DARIO CRIPPA
Cronaca

Monza e Brianza, ecco i punti critici per spaccio di droga, baby gang e ’ndrangheta

Il colonnello dei carabinieri fa un bilancio di due anni di fuoco: con l’operazione Crypto 30 arresti di livello internazionale

Un'operazione antidroga dei carabinieri brianzoli

Un'operazione antidroga dei carabinieri brianzoli

Quando è arrivato a Monza due anni fa, ha ereditato un Comando provinciale ancora alle prese con la pandemia. Nell’ultimo anno, ha triplicato i sequestri di droga, ha portato a casa operazioni “mostruose” come Crypto (30 arresti) mettendo fine a un sodalizio criminale internazionale (c’era di mezzo anche la ‘ndrangheta) che trafficava stupefacenti (oltre 3 tonnellate di hascisc e 374 chili di cocaina sequstrati) e armi (pure bazooka) fra Sudamerica, Spagna e Italia. Mite nei modi, concreto nei risultati, il colonnello Gianfilippo Simoniello, 56 anni, dopo il prossimo Gran Premio di Formula Uno andrà al Comando Generale dell’Arma, come capo ufficio del Capo di Stato maggiore dell’Arma.

Tiriamo un bilancio?

"I risultati sono stati soddisfacenti, l’ultimo anno ha visto l’Arma di Monza Brianza perseguire il 10% in più di delitti (28.402), deferire all’autorità giudiziaria il 12% in più di persone ritenute responsabili di reati (3.821), procedere al 90% in più di arresti (970), avanzare il 58% in più di proposte di misure di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza. La criminalità è in diminuzione, la Brianza mi resterà nel cuore"

Non è tutto rosa e fiori. Parliamo anche delle spine.

Tre aspetti sono da tenere sotto osservazione. Innanzitutto - lo dico anche da padre -, dinamiche criminali che vedono coinvolti sempre più minorenni".

Movida selvaggia, risse, un ragazzino gettato sui binari del treno a Seregno qualche mese fa...

"Tutta la società si deve interrogare sotto il profilo educativo, la repressione non è mai l’unica risposta...".

E poi?

"Il secondo aspetto è la droga. I sequestri sono aumentati esponenzialmente, ma è un’evidente cartina da sole che la domanda di sostanze stupefacenti in Brianza è molto forte, anche in fasce di età sempre più giovani. Da parte nostra c’è stata una forte risposta repressiva, ma non può bastare a stroncare questo fenomeno... disgregatore e acceleratore di reati".

Nel 2010 la Brianza scoprì quanto facesse male la ‘ndrangheta da queste parti… e non sembra finita.

"È il terzo aspetto preoccupante. La Brianza è un territorio ricco, in cui sono presenti tante imprese di eccellenza e si aprono tanti cantieri. Purtroppo se ne accorge anche la criminalità organizzata: le infiltrazioni sono sempre dietro l’angolo, il benessere è un fattore di richiamo anche per la criminalità. Quella predatoria ma anche quella organizzata sempre pronta a infiltrarsi nelle grandi opere. Dalla metrotramvia alla Pedemontana al prolungamento della metropolitana, le occasioni sono tante e le forze dell’ordine devono stare all’erta".

Come con Crypto...

"È stata un’operazione entusiasmante, perché ci ha dato la possibilità di disarticolare dinamiche criminali di grande spessore con traffici internazionali che ci hanno visto impegnati fino in Spagna e Sudamerica. Abbiamo avuto a che fare con sodalizi criminali che - ci siamo resi conto - si potevano stroncare soltanto con strumenti internazionali: dai pedinamenti transfrontalieri al sistema per descriptare le modalità di comunicazione criminali e che ci hanno permesso di inquadrare soggetti che si rapportavano a cartelli della droga internazionali. Siamo riusciti ad acquisire le loro chat criptate e siamo andati fino in Spagna per seguire i loro spostamenti".

La cosa più difficile?

"Arrivare a formulare ben 221 capi di imputazione è stato impegnativo, sono molto orgoglioso della nostra squadra: ho in mente le notti trascorse in macchina dai nostri uomini, piazzati sotto gli appartamenti dei soggetti che dovevano monitorare mangiando a volte soltanto un panino, con servizi che sapevi quando cominciavano ma mai quando sarebbero terminati: c’è stata una partecipazione emotiva eccezionale".

Qual spetto le è rimasto più impresso in questi anni?

"Le truffe agli anziani, un reato odioso che mi ha spesso molto turbato e che può provocare danni devastanti al di là del mero valore economico del bottino, che pure a volte ha raggiunto cifre importanti di diverse migliaia di euro: veder sfruttare la debolezza e la fragilità delle vittime è ignobile, ho cercato di applicare la tolleranza zero, conto che presto arrivino anche risultati importanti sul fronte investigativo".