Cesano Maderno (Monza Brianza), 27 Ottobr
e 2023 - Il Tribunale di Milano ha inflitto condanne per oltre 60 anni di carcere complessivi e multe per un totale di 80mila euro per gli spacciatori di droga del Parco delle Groane.L'inchiesta, iniziata nel 2019 e portata a termine alla fine del 2022 con una raffica di arresti dai Carabinieri della Tenenza di Cesano Maderno, è poi passata per competenza dalla Procura di Monza a quella della Direzione distrettuale antimafia per associazione a delinquere e traffico di sostanze stupefacenti.
Le pene decise vanno fino a 13 anni e 4 mesi di reclusione e 29mila euro di multa. Riconosciuto un sodalizio criminale che operava nelle zone boschive tra Cesano Maderno, Ceriano Laghetto, Limbiate, Cesate e Solaro, dove nel dicembre del 2022 era intervenuto anche Vittorio Brumotti di "Striscia la Notizia" a documentare le attività di spaccio.
Lo smercio dello stupefacente veniva condotto in forma take-away 24 ore su 24. Eroina, cocaina e hashish vendute come in un vero e proprio supermercato della droga, con ogni membro dell’organizzazione criminale impegnato in un ruolo ben definito: dai capi e organizzatori agli addetti alla vigilanza, dagli autisti ai fornitori specifici per ogni tipo di stupefacente. Il gruppo criminale ha operato con continuità nell'area raggiungibile dalle stazioni ferroviarie anche durante il periodo della “zona rossa” in piena emergenza Covid, e persino durante le abbondanti nevicate invernali.
I pusher stavano accampati tra gli alberi per l’intero arco del giorno e persino della notte, pronti a vendere le dosi ai gruppi dei numerosi acquirenti provenienti da diverse località attraverso la lunga tratta ferroviaria, ma anche ai gruppi di spacciatori di medio livello che a loro volta avevano una rete propria di spaccio degli stupefacenti.
Le indagini, avviate nel 2019 e coordinate dal sostituto procuratore di Monza, Salvatore Bellomo, hanno portato alla luce un gigantesco mercato illegale, capace di effettuare oltre mille cessioni di droga nel ristretto periodo di tempo finito sotto la lente degli investigatori. Oltre agli imputati che erano stati arrestati e ora condannati, l'inchiesta ha consentito di identificare e denunciare a piede libero altre 11 persone che, pur non facendo parte direttamente dell’associazione, sono ritenuti responsabili di autonome attività di spaccio, nei confronti dei quali interverrà il giudizio del Tribunale di Monza.