Monza – Alla fine, per uscirne con onore, il centrodestra ha ritirato la mozione ed è uscito dall’aula. Il vecchio stadio Brianteo non sarà intitolato a Silvio Berlusconi. Almeno, non per il momento e con questi equilibri politici, dato che la maggioranza di centrosinistra al governo della città con il sindaco Paolo Pilotto aveva fatto ampiamente capire dopo una seduta dai toni sulfurei che avrebbe bocciato la proposta partita a suo tempo come prima firmataria dalla consigliera Martina Sassoli, ex fedelissima di Berlusconi, anche se ultimamente siede in Consiglio regionale con la casacca di Letizia Moratti.
La mozione presentata dal centrodestra, sostenuta fra gli altri dall’ex ultrà Andrea Arbizzoni (Fratelli d’Italia) è diventata un tiro al piattello da parte di larghe frange del centrosinistra in Consiglio comunale, che hanno attaccato Berlusconi sul piano politico, giudiziario e morale, dai guai con la giustizia ai rapporti con le donne.
Fra l’altro l’argomento creava qualche imbarazzo, dato che ultimamente il Monza è inchiodato all’ultimo posto in classifica e i figli di Silvio Berlusconi hanno dichiarato ai quattro venti la propria intenzione di liberarsene vendendo la società al miglior offerente dopo averci investito in sei anni circa 300 milioni di euro. Anni in cui appunto il Monza è stato portato dalla Serie C alla Serie A e il suo stadio e il centro sportivo sono stati rivoltati da cima a fondo.
Nulla da fare, però. La partita si è chiusa. dopo un’ora e mezza di discussione. “Ritiro la mozione prima che si sfregi ulteriormente la memoria di Berlusconi” ha dichiarato Martina Sassoli.
“Pessima figura”, ha commentato Raffaele Della Valle, principe del Foro e storico tifoso biancorosso, oltre che capogruppo di Forza Italia nel primo Governo Berlusconi. “Andava distinto – ha spiegato – l’uomo politico dall’imprenditore che ha fatto tanto bene a questa città senza chiedere nulla in cambio. Berlusconi ha fatto la storia del Monza, lo ha portato per la prima volta in 110 anni in Serie A ed era sacrosanto omaggiarlo per questo. Tante altre città in Italia hanno intitolato i propri stadi a personaggi che sono stati importanti per loro, dal ‘Luigi Ferraris’ di Genova al ‘Diego Armando Maradona’ di Napoli. Buttarla in politica è stato un errore”.