DARIO CRIPPA
Cronaca

Stefano Conti ancora prigioniero di Panama: “Mi hanno minacciato, aiutatemi”

Il trader di Verano Brianza ha vinto in tribunale, i giudici però gli vietano di tornare in Italia fino all’ultimo grado di giudizio

Stefano Conti

Stefano Conti

Verano Brianza – “Come avevo detto, non era finita”. Stefano Conti, il trader detenuto per 423 giorni nell’infernale carcere di Panama e per altri cinque mesi agli arresti domiciliari con l’accusa di tratta di essersi umani a scopo sessuale, è ancora “prigioniero“. Libero di girare per Panama, ma obbligato a non lasciare il Paese.

Dopo un mese di processo, è stato assolto con formula piena assieme ai suoi due coimputati (rischiava 30 anni di prigione, 42 a testa i suoi coimputati), ma ancora non è libero di tornare.

“I giudici mi hanno assolto perché il fatto non sussiste, ma hanno comunque aggiunto come misura cautelare il divieto di lasciare Panama fino a quando non sarà celebrato il ricorso avanzato dalla Procura”.

Possibile?

“Il 3 aprile ci sarà la lettura completa della sentenza e si capirà che tipo di ricorso verrà presentato. Purtroppo la Procura non lascerà nulla di intentato dopo essere stata sconfitta in aula in maniera cocente”.

Quanto tempo ci vorrà?

“Ci potrebbero volere dai sei mesi a 3 anni e mezzo, sono estenuato. Voglio tornare in Italia, riabbracciare i miei cari”.

Ri-percorriamo il processo.

“Un mese di udienze in cui l’accusa non è riuscita a dimostrare nulla contro di me. Come avevo sempre sostenuto, sono innocente. Non avevo indotto quelle sei prostitute colombiane a venire a prostituirsi a Panama. Erano state costrette con la forza della polizia ad accusarmi, ma hanno ritrattato e contro denunciato. Servivo solo a fare statistica. Panama era sotto pressione per la prostituzione a ogni angolo di strada e aveva bisogno di capri espiatori davanti alla comunità internazionale. Sono stato vittima di una cospirazione”.

Le accuse sono franate.

“Era evidente, ma l’ultimo giorno, quello della sentenza, è stato terribile. Tutto sembrava andare contro di me: avevano cambiato i poliziotti che mi dovevano portare in aula, l’atteggiamento nei miei confronti è stato molto più duro del solito, mi sono spaventato. L’arringa dell’accusa è stata preoccupante, anche se in aula dall’analisi di prove e testimonianze non era emerso nulla. Però i miei avvocati sono stati bravissimi e hanno demolito le accuse”.

E?

“Dopo un’ora e mezza, i giudici sono tornati in aula e hanno letto la sentenza. Ci hanno messo 20 minuti, i più lunghi della mia vita. Ma alla fine mi hanno assolto. Perché il fatto non sussiste. Sono orgoglioso, ho vinto da solo con le mie forze”.

Quanti soldi le è costato? Aveva un esercito di avvocati fra Panama e Italia...

“Oltre un milione di euro”.

Finito il processo?

“Il console mi ha abbracciato, l’ambasciata per la prima volta mi è stata vicina”.

Ma non è bastato.

“I miei avvocati italiani Vincenzo Randazzo e Valter Biscotti si stanno muovendo per riuscire a riportarmi in Italia”.

L’Italia?

“Purtroppo ho parecchi haters, anche a Panama ci sono italiani residenti in quel Paese che mi hanno minacciato. A Panama è pieno di evasori fiscali, ma se la prendono con me: non perdonano che abbia parlato male del loro Paese. E ora i loro giudici non mi vogliono lasciare andar via. Aiutatemi”.