Bovisio Masciago, 11 gennaio 2025 – Ha agito per “eccesso colposo in legittima difesa” Stella Boggio, la 33enne arrestata per avere ucciso con una coltellata al cuore nella notte di martedì il fidanzato Marco Magagna, 39 anni, nella mansarda della donna a Bovisio Masciago, in Brianza.
Lo sostiene il gip del Tribunale di Monza Marco Formentin nel provvedimento con cui ha concesso alla 33enne gli arresti domiciliari a casa dei genitori, come richiesto dalla difesa. Nel ritenerla “pericolosa”, in quanto capace di reazioni aggressive, il giudice ha però ritenuto credibile la versione della donna, secondo cui reagì per paura di essere picchiata.
La Procura, diretta da Claudio Gittardi, sta valutando se presentare ricorso al Tribunale della libertà contro la decisione del giudice, che apparirebbe contraddittoria rispetto alla ritenuta pericolosità, e chiedere nuovamente per Stella Boggio la contestazione del reato di omicidio volontario e la conseguente detenzione cautelare in carcere.
L’analisi dell’avvocato
“La Procura aveva chiesto la misura della custodia in carcere per il pericolo di reiterazione del reato - spiega l’avvocato di Boggio, Manuel Messina - ma il giudice, nell’esaminare i gravi indizi di colpevolezza, ha ritenuto plausibili una serie di circostanze come elementi di possibile diversità rispetto all’ipotesi di reato di omicidio volontario per avvalorare l’ipotesi di eccesso colposo nel difendersi”.
Sul piatto della bilancia circostanze già al vaglio degli inquirenti. Non solo i due interventi delle forze dell’ordine su richiesta dei vicini di casa per le liti, ma “negli ultimi 5 mesi di relazione una decina di episodi emersi dalle testimonianze di persone che non erano amici né di lei né di lui, oltre a fotografie e sms”, usciti da una prima analisi dei telefonini della coppia.
L’autopsia
Si attende intanto il risultato completo dell’autopsia sulla vittima, eseguita ieri e per la quale la difesa della 33enne ha nominato una propria consulente di parte. Seppure da una prima analisi sia già emerso che a uccidere Marco Magagna sia stata una sola coltellata al torace, che Stella Boggio ha sferrato impugnando un coltello da cucina “come un pugnale”, come lei stessa ha ammesso durante l’interrogatorio, gli inquirenti attendono i tempi ben più lunghi dei referti sui prelievi tossicologici per l’eventuale presenza di alcol e droghe nel sangue del 38enne impiegato in una ditta di Arese.
Marco è stato dipinto da Stella come un uomo che diventava violento quando beveva troppo. Un ritratto smentito con forza da amici e colleghi di lavoro di Magagna. “Ma quali eccessi di alcol, è lei che è stata denunciata per guida in stato di ebbrezza e le hanno ritirato la patente. Quali lesioni, sono andati insieme a sciare, c’è un video pubblicato su Instagram, lei non aveva neanche un segno. Era lei che era gelosa e lo tempestava di telefonate come una stalker”, raccontano. E un altro piange mentre dice che Marco “non alzava mai neanche la voce. Lo stanno ammazzando due volte”.
Il ritratto di Stella
Alcuni colleghi definiscono Stella “fumantina e irascibile”. “Si arrabbiava molto facilmente, anche con i colleghi, motivo per cui non le hanno confermato il lavoro. Una volta un suo ex guardava una mia collega ed è scattata subito la sua reazione di gelosia”. “Che era una tipa strana lo avevamo notato un po’ tutti - dice l’interessata - Eravamo in discoteca a Bollate e mi puntava, mi fissava, tanto che mi sono spaventata. Si avvicinava da dietro, poi si allontanava”.
“Posso anche essere una persona sgradevole - taglia corto l’avvocato della donna - Ma se vengo aggredita, anche di fronte ad altre persone, ho il diritto di difendermi”. Intanto i carabinieri nella caserma di Varedo stanno ascoltando ancora gli amici della coppia, utili per ricostruire i dettagli della relazione.