MARCO GALVANI
Cronaca

Fabrizio Sala, dal "dopo oratorio" al Parlamento tra Forza Italia e coda alla vaccinara

L'ex sindaco di Misinto, poi assessore regionale è ora deputato, matricola brianzola, alla Camera

Fabrizio Sala alla Camera dei deputati

Fabrizio Sala alla Camera dei deputati

Quando era ’solo’ sindaco di Misinto, paesone con poco più di cinquemila abitanti nella Brianza occidentale, i maligni del partito - Forza Italia - gli davano dell’amministratore di condominio. Poi, col tempo e la scalata politica quell’espressione è diventata "una simpatica presa in giro". E adesso, seduto nel suo posto alla Camera, Fabrizio Sala ci ripensa col sorriso. Anche se a Roma "mi sembra di ripartire da zero", confessa la matricola brianzola del Parlamento. Nel suo primo giorno di scuola a Montecitorio "ho visitato le diverse aule, non sono andato al ristorante, ma ho utilizzato bar. E anche lì il caffè costa un euro". Ma l’emozione più forte "l’ho avuta entrando in aula, ho alzato in alto lo sguardo, mi sono guardato intorno e ho avuto la sensazione di trovarmi in un luogo sicuro, dove qualunque cosa viene discussa. Lì è rappresentato tutto quello che è l’Italia. Nel bene e nel male". Da martedì a giovedì Sala è alla Camera e "per il momento vivo in albergo", gli altri giorni della settimana, invece, è in Regione Lombardia per chiudere le pratiche ancora rimaste in sospeso nel suo secondo mandato da assessore della Giunta Fontana.

Del resto "la mia candidatura al Parlamento è stata decisa all’ultimo dal presidente Berlusconi". Un premio alla fedeltà a Forza Italia: "In una squadra il valore dell’obbedienza paga". Nel 2007, da giovane sindaco di Misinto venne commissario alla segreteria provinciale. Due anni dopo diventò assessore provinciale e poi vice presidente della neonata Provincia per cui lui stesso si mobilitò. E poco più di un anno e mezzo fa fece un passo a lato ubbidendo alla richiesta di lasciare la vice presidenza della Lombardia a Letizia Moratti. Il risultato elettorale è figlio delle "regole che consiglio ai giovani che vogliono fare politica: avere costanza e tenacia e investire sempre a lungo termine". Lo ripete pure a suo figlio Federico, "vorrebbe fare politica e questo mi crea un po’ di ansia". Diciottenne quest’estate, alla sua prima votazione si è ritrovato il papà per la prima volta candidato per Roma: "Spero abbia votato me", ci scherza su Sala. Al suo debutto non aveva ancora 24 anni ed erano le prime Comunali con l’elezione diretta del sindaco.

Allora "la politica era il dopo oratorio": "Il venerdì feci il primo primo colloquio di lavoro in Fininvest, il giorno dopo presentai la lista, era una civica di persone nuove della politica". Non venne eletto sindaco, ma "a parte quel peccato di gioventù, nelle elezioni successive quando mi sono candidato ho sempre vinto". Anche il 25 settembre. Nuovo parlamentare, ma sempre coordinatore per Monza e Brianza di Forza Italia con lo sguardo già rivolto alle Regionali del prossimo anno. "Qui a Roma fai un lavoro in un certo senso poco popolare, non direttamente visibile alla gente – riconosce Sala –, ma abbiamo una grande responsabilità. E, sia chiaro, la mia attenzione alla Brianza e alla Lombardia resterà sempre altissima. Non ho alcuna intenzione di tradire il territorio che mi ha cresciuto". È una questione di ’campanile’. "Dopo le elezioni a Misinto c’era la festa del paese – racconta l’onorevole –, uno storico esponente del Pd mi ha detto “non ce l’ho proprio fatta a votarti, ma sono orgoglioso che un misintese sia arrivato a Roma“". Anche per questo "non voglio deludere nessuno. Assicuro che con i colleghi si lavora tanto anche a cena e confesso che per la prima volta ho mangiato la coda alla vaccinara".