DARIO CRIPPA
Cronaca

Striscione pro Gaza al mercato di Desio, multato l’apicoltore "pacifista": Marco Borella dovrà pagare 430 euro

Per i carabinieri è propaganda politica non autorizzata. Il giovane produttore di miele comasco aveva esposto insieme ai suoi prodotti uno striscione con la scritta “Stop bombing Gaza, Stop genocide”: "Una richiesta di pace, nessun incitamento all’odio"

Striscione pro Gaza al mercato. Multato l’apicoltore "pacifista"

Per i carabinieri è propaganda politica non autorizzata: Marco Borella dovrà pagare 430 euro .

Desio (Monza e Brianza) – Chiedere di fermare i bombardamenti su Gaza è “propaganda politica non autorizzata”? Se lo sta chiedendo amareggiato un apicoltore che lunedì al mercato comunale di Desio aveva esposto, oltre al banchetto con il miele ricavato dalle sue api, anche uno striscione. Con la scritta “Stop bombing Gaza, Stop genocide”. Due carabinieri si sono presentati però al suo banchetto e gli hanno chiesto di rimuoverlo, appunto perché si trattava di propaganda politica non autorizzata, pena una multa di 430 euro.

L’apicoltore ha però tirato dritto e a quel punto ai militari non è rimasto altro da fare che fargli un verbale. A denunciare il caso è stata la sezione di Monza e Brianza di Sinistra italiana. "Israele bombarda per l’ennesima volta Gaza. Brucia la tendopoli nel cortile di un ospedale. Muoiono, bruciati vivi, i profughi di guerra. Le immagini dei corpi che si dimenano tra le fiamme fanno il giro del mondo. Sale alta l’indignazione, sale alto lo sconcerto per l’ennesima strage voluta da Netanyahu e a Desio, al mercato comunale, avviene l’impensabile".

Sullo striscione, come ha spiegato l’apicoltore, c’era solo "una richiesta di pace, nessun incitamento all’odio". Marco Borella (a sinistra nella foto), di Como, che nella vita di tutti i giorni lavora anche come educatore oltre che come apicoltore, da un paio di mesi espone quello striscione nei mercati, "ma evidentemente lunedì mattina qualcuno a cui dava fastidio ha chiamato i carabinieri".

Ora presenterà ricorso: "Un episodio molto grave, un tentativo di repressione di chi chiede semplicemente di mettere fine a una strage oscena". Anche se certo quanto accaduto gli imporrà una riflessione, "non posso permettermi queste multe tutte le settimane". Togliere lo striscione? "Sarebbe stato ingiusto e umiliante accettare di rimuovere lo striscione per il quieto vivere, per continuare ad accettare il silenzio della nostra società. Perché il dissenso disturba, il dialogo tra le persone impaurisce, e la richiesta di giustizia viene negata".

Sinistra Italiana Monza e Brianza "esprime la propria solidarietà e vicinanza a Marco e a tutti coloro che chiedono la pace, vittime di un clima politico pericoloso che intende rimuovere il dissenso e la libera manifestazione del proprio pensiero. Non ci fermiamo qui. Il senatore Tino Magni farà un’interrogazione parlamentare in merito a quanto accaduto a Desio. Le legittime richieste di pace e di porre fine al genocidio in atto a Gaza non possono essere soffocate con motivazioni pretestuose e in contraddizione allo stato di diritto".

E Vincenzo Di Paolo, capogruppo provinciale di Brianza Rete Comune, ha portato il caso all’attenzione dell’Consiglio provinciale: "Vogliamo davvero ridurre gli spazi di espressione? Vogliamo davvero impedire alle persone di esprimere il loro pensiero? Vogliamo davvero che un messaggio contro le bombe sia considerato un problema? Un problema da multare? Non possiamo permetterci di arrivare a questo livello, perché vicende come queste mettono in discussione la libertà di espressione".

Anche il Pd si è mosso: "Lascia davvero basiti la vicenda dell’apicoltore comasco multato dai carabinieri al mercato di Desio per aver esposto lo striscione con la frase “Stop bombing Gaza, stop genocide” alla sua bancarella, mentre vendeva il miele". Lo fanno sapere in una nota i segretari Pd delle province di Monza e Brianza e di Como Lorenzo Sala e Carla Gaiani. "Un messaggio di pace – chiariscono – veicolato da chi non vuole restare in silenzio di fronte al massacro della guerra, da chi desidera la pace. E la reazione sarebbe quella di punirlo per presunta “propaganda politica non autorizzata“? Un atto davvero grave perché va a ledere la libertà di espressione e di pensiero di ognuno".