STEFANIA TOTARO
STEFANIA TOTARO
Cronaca

Abusi in carcere a Monza: “Violentato dal compagno di cella, minacciava di tagliarmi la gola”

La vicenda, che risale al 2020, è finita in tribunale. L’imputato ha 37 anni e nega ogni accusa, la presunta vittima è un 35enne che si è costituito parte civile: “Costretto ad assumere una dose extra di tranquillanti prima dello stupro”

L'esterno del carcere di Monza

L'esterno del carcere di Monza

Monza, 14 marzo 2025 – È accusato di avere violentato il compagno di cella all'interno del carcere monzese brandendo una forbicina e minacciando di tagliargli la gola con una lametta.

Ora un detenuto tunisino 37enne, K.S., è imputato di violenza sessuale in un processo al Tribunale di Monza. Presunta vittima un altro detenuto, di nazionalità romena e 35enne, che dopo i fatti era stato nuovamente arrestato in Svizzera finendo in una casa circondariale elvetica da cui però ora è uscito.

L'uomo si è costituito parte civile al dibattimento davanti ai giudici monzesi per ottenere un risarcimento dei danni. Il fatto contestato risale all'aprile del 2020. Quando il romeno aveva riferito alla polizia penitenziaria di essere stato abusato dal compagno di cella, gli agenti avevano operato con estrema diligenza per garantire la sicurezza del detenuto, allontanandolo dalla cella e dal tunisino con una scusa per poi accompagnarlo a mettere nero su bianco quanto lui sosteneva essere accaduto.

Nella denuncia, fatta pervenire poi alla Procura di Monza, l'allora trentenne ha raccontato che il tunisino, con cui condivideva la cella da circa un mese, già alcune volte gli aveva chiesto di fargli un massaggio alla schiena e lui non si era rifiutato per timore di ritorsioni.

La sera della presunta violenza, secondo il romeno, il compagno gli ha fatto assumere la sua terapia serale di tranquillanti che lui non aveva preso, unita a quella del giorno precedente, minacciando di ferirlo con una lametta se non l'avesse mandata giù. Poi, approfittando dell'effetto delle extra goccine che l'avrebbero mezzo tramortito, avrebbe proceduto con gli abusi sessuali, brandendo la forbicina e minacciando di tagliargli la gola con la lametta.

Il tunisino, che ora si trova detenuto nel carcere di Pavia, nega con forza la pesante accusa e vuole essere interrogato alla prossima udienza del processo fissata a giugno.