Nova Milanese (Monza e Brianza), 7 dicembre 2017 - Si narra che negli anni Sessanta la giallista Agatha Christie rimase molto scossa dopo che in Inghilterra un uomo, prendendo spunto dal suo libro Un cavallo per la strega, aveva commesso una serie di omicidi col tallio, impalpabile veleno. E per omicidio starebbero indagando i carabinieri di Monza per il giallo di Nova. "L’elemento concreto", si sussurra in caserma, è l’analisi arrivata dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale di Torino. Il tallio, il metallo per il quale sono già morte tre persone della famiglia Del Zotto, era in quantità oltre i limiti nelle erbe sminuzzate per una tisana in una terrina a casa dei loro consuoceri, i Palma.
Quell’infuso - lo conferma anche Vittorio Baldini, primario all’ospedale di Desio - era autoprodotto dal signor Alessio Palma, 83 anni, per avere ragione di una stipsi. Come abbia percorso però gli 800 metri che saperano le villette delle due famiglie non si sa. E soprattutto si ignora come sia finito in quella terrina. "Forse il terreno da cui sono state colte quelle erbe - ipotizza il primario - era contaminato". Resta però un fatto: nei Del Zotto c’erano concentrazioni di tallio molto superiori a quelle trovate nei loro consuoceri. Almeno mille volte. Perché? Forse l’alimento in cui era davvero presente il tallio kiler era un altro, è stato interamente consumato ed è per questo che non se n’è trovata traccia?
Anche se sulla lista di 70 sostanze sequestrate da quando questa vicenda ha avuto inizio, ne mancano ancora 20 da analizzare. La domanda a questo punto è: chi aveva interesse ad avvelenare? Patrizia Del Zotto, 62 anni, la prima a morire, era ipersensibile ai metalli sin dalla nascita. Poi sono morti suo padre Giovanni Battista, 94 anni, già malato di leucemia e sua madre Maria Gioia Pittana, 87 anni. Gli altri migliorano. Fuori pericolo Domenico Del Zotto, la moglie e il figlio. E il marito di Patrizia, Enrico Ronchi, 64 anni. La sorella Laura e la badante sono invece ricoverate.