
Aula di tribunale a Monza
Monza, 20 marzo 2025 - "Mi avvalgo della facoltà di non rispondere". Invece hanno dovuto testimoniare quantomeno sui fatti che riguardavano gli odierni imputati al processo sulla presunta corruzione per impiantare le protesi della fornitrice francese di apparecchiature per l'anca e il ginocchio Ceraver.
Stamattina gli ex chirurghi ortopedici del Policlinico di Monza Marco Valadè e Fabio Bestetti sono tornati in aula al Tribunale di Monza. I due medici, insieme all'ex responsabile commerciale della Ceraver Italia Denis Panìco, hanno già patteggiato pene tra 2 anni e 8 mesi e 3 anni e 4 mesi di reclusione. Quest'ultimo ha già testimoniato, mentre Valadè e Bestetti credevano di potersi sottrarre perché per loro è ancora in corso al Tribunale di Monza il processo per le presunte lesioni causate ai pazienti.
Invece hanno dovuto rispondere in relazione agli imputati ora alla sbarra, che sono i tre dirigenti della Ceraver, l'allora responsabile commerciale per la Lombardia Marco Camnasio e il chirurgo ortopedico Claudio Manzini, lui nella fattispecie meno grave di “corruzione nell'esercizio di una funzione” relativamente all'uso delle protesi (che sarebbero state utilizzate soltanto se di reale utilità per il tipo di disturbo ortopedico dei pazienti), mentre di aver agito per “atti contrari ai doveri d'ufficio” nel prestare sè e il suo staff per le visite negli ambulatori di medici compiacenti anche fuori dalla Lombardia".
Secondo le indagini della Guardia di finanza di Milano, coordinate dalla procuratrice aggiunta monzese Manuela Massenz, Panìco e Camnasio, con il placet dei tre dirigenti francesi, sarebbero stati i promotori e organizzatori della corruzione. "Avevamo rapporti solo con Camnasio e Panìco, i dirigenti francesi li abbiamo conosciuti solo informalmente a cene o congressi", hanno detto entrambi. Poi è stata la volta dell'interrogatorio di Marco Camnasio, mentre i legali di Manzini hanno confermato che lui non si presenterà al banco degli imputati.
"Con Bestetti e Valadè c'era un accordo, purtroppo in nero, per sviluppare un progetto sulle protesi Ceraver, non venivano pagati 75 euro a protesi come ho detto nell'interrogatorio dopo il mio arresto - ha detto Camnasio - Si, ho dichiarato il falso, ho ammesso cose non vere, ma quando sono stato messo in prigione è stato come avere una pistola puntata alla testa, volevo solo uscire e tornare dalla mia famiglia e non perdere la bambina che abbiamo in affido da tanti anni". Si torna in aula ad aprile.