
Teatrino della Villa Reale di Monza
Monza, 10 gennaio 2021 - Per realizzarlo ci vollero soltanto sette mesi. Tutto cominciò con l’arrivo a Monza dei francesi, quando nel 1807 il viceré d’Italia Eugenio di Beauharnais incaricò l’architetto ticinese Luigi Canonica di ricavare un teatrino dagli stessi ambienti delle cucine della Villa Reale, progettata trent’anni prima dal Piermarini per volere di Maria Teresa d’Asburgo. Per costruire il Teatrino furono ingaggiati i decoratori già impegnati nella Villa, gli scenografi del Teatro alla Scala, come Alessandro Sanquirico e Giovanni Perego, mentre Andrea Appiani eseguì il sipario con il Trionfo di Bacco fanciullo.
Il capo macchinista della Scala Carlo Grassi costruì per 890 lire la graticcia, il ballatoio, il piano di scena e nel sottopalco i carrelli delle quinte e la buca del suggeritore. Oggi tutto questo è in grado di rivivere, grazie ai restauri del ministero per i Beni culturali: 1 milione e mezzo di euro di finanziamento per 17 mesi di lavori che hanno occupato in media 4-5 persone al giorno negli spazi danneggiati dalle infiltrazioni d’acqua e dallo sporco di quella che viene definita non a caso la bomboniera della Villa, ma che negli anni ne ha viste di tutti i colori. Se dopo la dominazione napoleonica gli Asburgo prima e i Savoia poi si preoccuparono soprattutto di sovrapporre i propri emblemi ai precedenti, dopo la fuga seguita al regicidio il teatro divenne prima un magazzino e poi, nel 1927, uno spazio espositivo al servizio della terza Biennale di Monza - Mostra internazionale delle arti decorative. Solo nel 1975 iniziarono i restauri allo scopo di avviare una breve stagione teatrale, ma in quell’occasione le antiche decorazioni furono ridipinte e ricalcate.
I restauri hanno riservato tante sorprese e oggi il Teatrino è pronto per essere di nuovo usato. "Abbiamo eseguito i lavori, mentre della parte gestionale si occuperà il consorzio: provvederanno loro al montaggio degli arredi e all’affidamento, l’idea infatti è quella di far ripartire le attività teatrali", spiega l’architetto Carlo Catacchio, responsabile della tutela monumentale e paesaggistica della provincia di Monza e Brianza e direttore dei lavori. Oltre all’adeguamento impiantistico, il cantiere si è occupato dei restauri delle pareti e delle macchine sceniche del 1807, ripulite e disinfestate, mentre è stato ritrovato e restaurato anche il pavimento originario del loggione in cotto lombardo.
Un altro importante recupero riguarda il velario dell’Appiani. «Era il siparietto che chiudeva il proscenio durante le esecuzioni musicali - continua Catacchio -. Il bozzetto originario si trova al Museo del Teatro alla Scala di Milano. La tela dell’Appiani è stata pulita e posta come fondale di scena in posizione protetta. Il sipario e le macchine sceniche del teatro monzese sono le uniche opere ideate dai maestri del Teatro alla Scala a essere conservate nella loro sede originaria".