MONICA GUZZI
Cronaca

La storia di Teodolinda, dai restauri all'opera omnia

In un libro gli studi inediti e 300 foto scattate durante i lavori nella cappella del Duomo di Monza dedicata alla regina dei Longobardi

Un particolare della "Sistina di Monza"

Monza, 30 novembre 2016 - Una storia con la "S" maiuscola raccontata come se fosse un romanzo. È la vicenda tutta da sfogliare della regina Teodolinda: non solo un racconto, ma studi inediti dei più noti esperti del mondo dell’arte e soprattutto tante immagini, ben 300 fotografie distribuite in 400 pagine, che portano il lettore fin sul ponteggio, a pochi centimetri dai visi, dalle bardature dei cavalli, dai tessuti preziosi e dagli ori di quel capolavoro singolare, irripetibile ed enigmatico che è la Cappella di Teodolinda.  Finita la grande campagna di restauro del ciclo degli Zavattari, ora quel capolavoro è lì, tutto da ammirare, ma anche da sviscerare.  È nata con questo intento la più ampia impresa editoriale finora dedicata a questo capolavoro del gotico internazionale, realizzato alla metà del XV secolo dalla bottega familiare degli Zavattari.  Il risultato è il volume presentato oggi nella Sala del Rosone del Museo e Tesoro del Duomo di Monza su iniziativa della Fondazione Gaiani, che ha realizzato l’opera.  "La Cappella di Teodolinda nel Duomo di Monza. Atlante iconografico" è il titolo del volume, che si propone di fare il punto alla luce dei nuovi scenari emersi, spaziando dall’archeologia all’architettura, dalla committenza alla paleografia, fino alla metodologia su cui si è basata la restituzione fotogrammetrica della cappella. Questo libro offre importanti saggi, tutti inediti, di tanti studiosi, a partire dal professor Roberto Cassanelli, che è il curatore dell’opera, ma è stata anche una fatica fisica. Il ponteggio dei restauri non era ancora stato smontato, quando Piero Pozzi ci saliva a fotografare di notte, mentre nessuno lavorava.  E poi c’è tutto il materiale della banca dati.  La grande campagna di restauri ha consentito di ricostruire molti particolari andati perduti. L’idea alla base di quest’opera è proprio quella di fare vedere cosa è emerso. Non era facile riproporre 800 personaggi, 45 scene, oltre alla volta, i pilastri e l’arcone come se fossero a portata di mano. All’opera hanno lavorato diversi studiosi come Amedeo Bellini, Simonetta Coppa, Massimiliano David, Renato Mambretti, Marco Petoletti ed Edoardo Villata. Il professor Cassanelli ha curato l’opera, che ricostruisce la figura di Teodolinda, la fortuna visiva delle sue storie e il ruolo della bottega degli Zavattari nella storia dell’arte.  Nel ciclo pittorico si narrano le storie della regina dei Longobardi, trasfigurate nelle forme di una leggenda cavalleresca e proiettate nel tempo dell’ultimo duca Visconti. Un omaggio a questo mondo, ma anche alla modernità della regina che, dopo la morte del suo primo sposo, si scelse il suo secondo marito, è quella della copertina, che raffigura un particolare della scena 32, le nozze di Teodolinda e Agilulfo, in partenza per andare a fondare Monza. Nel volume sono state analizzate anche le iscrizioni: ogni lettera è stata registrata. Sul fronte degli studi, il libro colma anche dei vuoti lasciati dalle indagini precedenti, ma restano ancora dei problemi aperti sui quali esercitare la ricerca.