Seregno (Monza e Brianza) – C’è anche il nome di Tiziano Mariani nella vicenda del dossieraggio, ovvero nell’indagine sui dati rubati condotta dalla Procura di Milano. È il caso che sta scuotendo in questi giorni l’Italia per i controlli illeciti effettuati nei confronti di numerose persone e che ha portato all’ordinanza di custodia cautelare, firmata dal giudice per le indagini preliminari, nei confronti di 51 persone coinvolte a vario titolo nella vicenda. Mariani, noto imprenditore, proprietario di Radio Lombardia, figura come persona spiata.
Fatti che bisogna ricondurre probabilmente all’estate 2022, visto che le mail e le telefonate intercettate risalgono al mese di agosto di quell’anno. Difficile capire quale tipo di informazioni volessero ricavare gli indagati. Ancora più difficile ipotizzare l’utilizzo. Su quanto è accaduto Mariani ha pochi dubbi: “Da quanto apprendo sono state chieste informazioni riservate riguardo a Letizia Moratti e al suo entourage. A quel punto era inevitabile coinvolgere anche me. A quell’epoca ero il consigliere politico di Letizia Moratti. Ho buttato in piedi il progetto di Lombardia Migliore, ero il coordinatore. Ricordo benissimo quei momenti: nel mondo della politica lombarda erano tutti arrabbiati per questa iniziativa. Di sicuro eliminando me avrebbero eliminato tutti. Avrebbero fatto fuori l’elemento apicale. La candidatura di Moratti alle elezioni regionali dava molto fastidio anche nel centrodestra. Nessuno si sarebbe mai aspettato una antagonista come lei. Poi con la bassa affluenza alle urne non è andata secondo quanto ipotizzato, ma fino alla vigilia del voto la tensione c’era eccome tra gli avversari”.
Una volta appreso di essere tra le persone controllate illecitamente, Mariani si è rivolto all’avvocato Luca Ricci per fare tutti gli approfondimenti e le valutazioni del caso, partendo dallo studio delle 518 pagine dell’ordinanza firmata dal giudice. “Personalmente non ho nulla da temere di fronte alla possibilità di essere spiato – commenta – perché so di essere a posto e di non avere nulla da nascondere. Però quanto è accaduto è un attentato alla democrazia e alla sicurezza del Paese. Fatti di questo tipo non devono essere tollerati dal sistema. Sono molto pericolosi”.
Mariani se la cava anche con una battuta: “Non credevo di essere così importante da attirare l’attenzione di qualcuno”. In realtà la sua sensazione è che da tempo, per motivi diversi, i fari su di lui siano stati accesi più volte. “È innegabile – conferma – che da quando ho iniziato a oppormi all’aggregazione industriale tra Aeb e A2A sono diventato un personaggio scomodo. Io ho cercato di portare avanti la battaglia nell’interesse della collettività, trovando dalla mia parte anche la giustizia amministrativa e la Procura. In quegli stessi anni anche l’impegno politico con Letizia Moratti. E ho subito controlli di ogni tipo. Saranno semplici coincidenze, come possono esserlo anche i tentativi di intrusione notturna nella mia abitazione, che si sono verificati solo in quel periodo. Di fronte a tutto ciò, però, una persona si pone un sacco di domande. Le risposte? In cuor mio me le sono date: do fastidio perché sono determinato e non mi fermo davanti agli ostacoli. Ora vediamo di capire perché fosse proprio necessario scavare nella mia vita privata e che uso si pensava di fare di quelle informazioni”.