SONIA RONCONI
Cronaca

Trapiantato e invalido al 100%, il tribunale gli dà ragione: l'Inps restituirà l’indennità

L'Istituto di previdenza voleva indietro 30mila euro da Paolo Moretti, prima persona al mondo operata a cuore e polmoni

Paolo Moretti sottoposto a trapianto di cuore e polmoni nel 2009 e di rene 2015

Verano (Monza e Brianza) 1 dicembre 2019 - Dopo 2 anni di calvario in tribunale e tanti anni di dolori e ingiustizie, finalmente, venerdì il tribunale di Monza ha emesso la sentenza in cui riconosce a Paolo Moretti, 59 anni, invalido al 100 % dopo un doppio trapianto cuore e polmoni dell’agosto 2009 (il primo caso al mondo ), il diritto all’indennità di accompagnamento (517 euro al mese) e ha condannando l’Inps al relativo pagamento con tutti gli arretrati (oltre 10mila euro). Il giudice Luisa Rotolo ha accolto il ricorso depositato dall’avvocata cassazionista monzese Elisa Grosso che ha evitato che l’Inps addirittura gli chiedesse indietro quasi 30.000 euro. Ora Moretti non solo non dovrà restituire alcunché all’Inps che periodicamente bussava alla sua porta, ma percepirà gli arretrati dovuti e l’indennità mensile di cui ha pieno diritto.

Paolo Moretti era stato trasferito dal San Gerardo di Monza dove è stata applicata l’Ecmo (extra corporea membrane oxygenation) e quindi operato al San Matteo di Pavia. Dopo altri 12 anni di ossigeno e 4 di dialisi, nel settembre del 2015 era stato sottoposto anche al trapianto di un rene e a causa di altre gravissime patologie era stato costretto su una sedia a rotelle.  L’Inps nel febbraio 2013 gli aveva revocato l’indennità sostenendo che non aveva più diritto all’accompagnamento. E aveva preteso la restituzione di circa 30mila euro percepiti, secondo l’Ente, impropriamente.

«Finalmente un po’ di giustizia - ha detto il veranese Paolo Moretti -. Non bastavano le mie condizioni di salute che mi hanno portato a vivere su una sedia a rotelle accudito da mia moglie Assunta. Ho dovuto ricorrere all’avvocato per poter uscire da quest’incubo burocratico. Dopo diverse udienze dal 2016 ad oggi, finalmente venerdì mattina è arrivata la sentenza positiva. Ho lavorato come falegname in una ditta artigiana di Camnago di Lentate fino al 1994, quando sono stato riconosciuto invalido con totale inabilità lavorativa al 100 per cento, a seguito di esiti di trapianto di cuore, polmoni, rene in sindrome di Eisenmenger, diabete mellito metasteroideo, con l’amputazione dell’alluce del piede destro nel 2018 e mezzo piede destro nell’aprile di quest’anno e arti inferiori al IV stadio».

Il problema di Moretti è esploso quando si è recato all’Asst per chiede un ausilio e il medico di turno gli ha comunica che l’ausilio non gli spettava perché non titolare di indennità di accompagnamento. «A quel punto mi sono recato allo sportello Inps di Seregno per chiedere spiegazioni - spiega Moretti - e solo tramite ricerche della mia avvocata Elisa Grosso, sono riuscito ad avere la notifica della raccomandata che mi revocava l’indennità di accompagnamento a far data dal febbraio 2013 con un indebito da versare all’Inps di circa 30mila euro». Una vicenda paradossale . Il consulente tecnico del tribunale ha accertato il diritto di Moretti a percepire l’indennità di accompagnamento se non per il periodo in cui lo stesso Moretti, in attesa dell’ennesimo trapianto (quello ai reni), era in dialisi. E il giudice gli ha dato ragione.