DARIO CRIPPA
Cronaca

Giussano, la capitale dei trapianti: la vittima del pirata della strada e l’uomo già risorto due volte

Sono state raccolte alcune delle vicende più intense e toccanti accadute negli ultimi 46 anni. Ombretta Rosa: "Per noi riceventi la data dell’operazione è importante quanto il compleanno"

Trapianti, il miracolo di Giussano: sono state raccolte alcune delle vicende più intense e toccanti accadute negli ultimi 46 anni

Trapianti, il miracolo di Giussano: sono state raccolte alcune delle vicende più intense e toccanti accadute negli ultimi 46 anni

Agostino “Ago” Gualdi, 65 anni, passeggiava con il suo cane, ma quel pomeriggio non tornava più a casa. Fino a quando a casa ci era rientrato soltanto il suo cane, tutto sporco e ferito. Agostino lo avrebbero trovato ore dopo, riverso a bordo strada in mezzo ai cespugli. Era stato travolto da un pirata della strada.

Donare un organo può fare la differenza, può salvare vite umane, può dare un significato inimmaginabile all’esistenza di più persone, il donatore e i riceventi.

Vengono normalmente prelevati e trapiantati reni, cuore, fegato, polmoni, pancreas, intestino e tessuti. Di questi il trapianto di cuore, fegato, polmone e pancreas sono interventi salvavita, mentre il trapianto di rene rappresenta un’alternativa terapeutica fondamentale per i malati in emodialisi o in dialisi peritoneale.

Decidere di donare gli organi dopo la propria morte è un gesto che può salvare la vita anche a più di una persona.

Le storie raccolte all’Aido di Giussano sono tantissime, a volte toccanti.

Come quella di Maria Grazia Sposari, che nel giro di pochi mesi si è vista sfilare dalla propria vita i suoi affetti più cari. Prima l’amato marito Agostino Gualdi, stritolato in un incidente stradale da un pirata della strada. Poi il papà, infine la suocera. Tutti donatori, tutti portatori di vita per altri. "È capitato all’improvviso, come una forte raffica di vento che ti strappa l’ombrello di mano" così Maria Grazia ricorda il momento in cui perse il “suo” Ago.

Oppure c’è la storia di Ombretta Rosa, che oggi è viva grazie a un rene e a un pancreas, "un paio di mesi fa ho compiuto 21 anni. Evidentemente non è la mia età anagrafica – racconta -: per noi riceventi la data del trapianto è importante quanto il compleanno, perché da quel momento comincia la nostra seconda vita.

Il diabete mellito insulino-dipendente, insorto quando ero poco più che quindicenne, ha dato il via alla mia storia". Una storia difficile, di fatiche e sofferenze, di rinunce, "di tutte le complicanze legate a quella patologia, non me n’è stata risparmiata alcuna". In attesa di un trapianto, lunghissima, finché non è cambiato tutto quando si è materializzato un donatore. "Quel gesto è arrivato una domenica pomeriggio, mentre cercavo di tenere in bocca il più a lungo possibile un cubetto di ghiaccio nella speranza che la sete si calmasse (Ombretta faticava persino a bere, ndr). C’era stato un incidente durante la notte, la ragazza coinvolta non ce l’aveva fatta e la sua famiglia aveva acconsentito al prelievo. L’ho chiamata Maria. La vita che usciva da lei non si perdeva nel nulla ma si moltiplicava e restituiva vita e speranza ad altri 3 ammalati che, come me, avevano poca vita e poca speranza". Oggi Ombretta è qui a raccontare la sua seconda vita, e – anche un po’ per sdebitarsi - è diventata segretaria della sezione cittadina dell’Aido.

Ci sono storie incredibili, come quella di Pierangelo Colombo, che si è ritrovato in giovane età ad aver bisogno di un cuore. Ricorda ancora il momento della diagnosi e la voce del medico "Colombo, la sua condizione cardiaca è davvero compromessa, non esistono terapie in grado di curarla, solo un trapianto di cuore potrà permetterle di salvarsi!". E quel cuore per sua fortuna sarebbe arrivato, ma non era finita lì. Le terapie anti-rigetto minarono il suo fisico, e "per la seconda volta in dieci anni, sentii parlare di trapianto". Serviva un rene adatto, ma non si trovava, "esclusa la compatibilità con mio fratello e mia sorella, fu Marisa a farsi avanti…". Marisa era la moglie, le possibilità che il suo rene fosse compatibile erano ridotte a un lumicino, ma si volle tentare. E… "miracolosamente risultò idonea dove i miei consanguinei non lo erano". La sua seconda vita, anzi la terza, è ancora in corso.