REDAZIONE MONZA BRIANZA

Trapper arrestati a Carnate, il padre di Jordan Jeffrey Baby: perché? Per più like?

Roberto Tinti dopo la rapina del figlio al 41enne nigeriano: gli interessa solo essere famoso in tutto

"Perché? Chi te l'ha fatto fare? Perché tutto questo? Per che cosa?": è questo che Roberto Tinti vorrebbe chiedere al figlio Jordan, in arte Jordan Jeffrey Baby, arrestato, ed ora in carcere, insieme a un altro trapper, Traffik, per rapina con l'aggravante dell'odio razziale nei confronti di un operaio nigeriano compiuta alla stazione di Carnate, in Brianza. Quello che interessa a Jordan, ha spiegato il papà al TgR Lombardia, è "essere famoso, in tutto. Poi il percorso più breve è fare cavolate, così hai più like". Like che forse speravano di ottenere con il video postato in rete in cui Traffik lancia la bici e lo zaino dell'operaio sui binari e poi squarcia le gomme. Jordan, che lui vorrebbe mettesse la testa a posto, fa anche uso di psicofarmaci "come suppongo buona parte dei trapper".

"Vogliamo ammazzarti perchè sei nero"

Jordan e Traffik sono stati arrestati dai militari della stazione di Bernareggio per aver rapinato un operaio 41enne nigeriano della sua bicicletta e dello zaino, armati di coltello e al grido di "vogliamo ammazzarti perché sei nero". Jordan, che ha il volto totalmente tatuato, era già noto ai carabinieri per aver postato un video in cui saltava sul tettuccio di una Gazzella e per aver insultato pesantemente Vittorio Brumotti nel corso di un suo servizio antidroga. Vive in Brianza e, nella convalida del fermo per rapina aggravata dall'uso delle armi dalla discriminazione razziale, il giudice ha sottolineato come non abbia mai rispettato la sorveglianza speciale cui era sottoposto.

I carabinieri non hanno avuto dubbio nel riconoscerlo nelle fotografie che la vittima della rapina aveva scattato. Traffik, invece, ha un curriculum criminale ben più consistente: due anni e mezzo per aver rapinato dei fans che gli chiedevano un'autografo a Roma e aver pestato a sangue un cittadino del Bangladesh. Ha anche un processo per maltrattamenti ai danni dell'ex fidanzata e tra le ragioni per le quali il giudice ha disposto il carcere vi è anche il fatto che sostanzialmente non ha più una residenza, oltre ai precedenti penali. 

Lo psichiatra: "Indifferenti al dolore altrui"

"Non sono deboli ma se la prendono con i più deboli. Pensano che siano dei perdenti che meritano una sconfitta. Colpevolizzano la vittima, la accusano di essere sciocca, incapace o di colore, ma il tema fondamentale è che sono indifferenti al dolore altrui. In loro non c'è mai stato un segno di ravvedimento, sono pervasi dal disprezzo verso persone con diverse connotazioni etnico-razziali". Così lo psichiatra Claudio Mencacci. Sul fenomeno dei trapper. "È storicamente associato a due condizioni: il rapporto con le sostanze stupefacenti e una istintualità basata sul disprezzo assoluto per qualunque regola e leggi altrui". La parola Trap viene dalle 'Trap hause' statunitensi, luoghi di spaccio, che riportano alla mente il famoso latte+ del Korova Milk Bar nel film 'Arancia meccanica' di Kubric.

"I due giovani hanno commesso una rapina senza costrutto - spiega il presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia (Sinpf) - nelle loro azioni mancava qualsiasi pianificazione di futuro o considerazioni sulle conseguenze della propria sicurezza o di chi era oggetto della rapina". Situazioni simili accadono anche "negli incidenti stradali, com'è stato per l'uccisione dei bambini in cui i conducenti sono in stato d'ebrezza. Ecco che l'impulsività è stimolata e mantenuta dall'uso di alcol e/o di altre sostanze stupefacenti che hanno poi delle ripercussioni sulle altre persone".