"Sono a Monza da 24 anni. Arrivo da Torino, dove la mobilità è abbastanza buona, e mi aspettavo di più da quella che è una delle aree più ricche d’Italia". L’ingegner Antonio Seggioli, esperto di formazione professionale, guida un’impresa con sede a Monza e deve spostarsi spesso a Milano per lavoro: un incubo quasi quotidiano.
"Ho partecipato a iniziative per cercare di creare le condizioni, interfacciando tutti gli esponenti politici di tutti i colori, allo scopo di agevolare progettualità per migliorare la mobilità e la qualità della vita sul territorio", racconta Seggioli, che alla testa di Project Farm si occupa di transizione energetica e valorizzazione territoriale e si trova spesso a dialogare col mondo politico e istituzionale.
Invece... "Invece siamo di fronte a una storia infinita che ha bisogno dell’attenzione di tutti", commenta, raccontando la sua odissea quotidiana. "Sono portato a prendere i mezzi pubblici, ma qui è un disastro. Vado spesso a Milano, perché mi interfaccio con imprese ed enti pubblici, ma ogni volta è un disastro. Prendo l’auto e ci metto 35 minuti solo per percorrere 3 chilometri fra il quartiere di San Fruttuoso e la fermata del metrò a Bignami, in un ingorgo infinito. Poi mi tocca fare mille giri o parcheggiare in divieto perché gli spazi a disposizione sono limitati o inaccessibili. Oppure sono costretto ad andare a Milano in macchina, che significa un’ora e un quarto per arrivare in via Larga, dove ho un cliente, mentre se sto in ufficio vicino a Gioia ho il problema del parcheggio: se scade il biglietto mi tocca interrompere la riunione per andare a pagare".
Per chi si sposta a Milano, inserire Monza nel circuito delle metropolitane è vitale, ricorda l’ingegnere. "Ma bisogna stare dietro ai problemi e soprattutto bisogna chiudere le parentesi, e non solo aprirle ogni quattro anni perché fa comodo a qualcuno. Ciò significherebbe anche permettere ai milanesi di venire a Monza a farsi una passeggiata nel parco cintato più grande d’Europa. Potremmo essere il Parco di Milano, migliorare la qualità della vita e ridurre l’inquinamento. Andiamo verso il 2023, invece cosa facciamo? Continuiamo ad aprire parentesi, mentre dobbiamo fare le cose, non raccontarle".
M.Guz.