Diecimila addetti, 3mila imprese, 4 miliardi fatturato, senza allargare la foto del settore in Brianza all’indotto dell’automotive che qui comprenderebbe fornitori del calibro di St, l’agratese colosso dei chip che vende circuiti alla filiera dell’auto. Numeri che bastano per tratteggiare l’entità dell’impatto che una crisi irreversibile del comparto avrebbe sul territorio. E le prime crepe ci sono già. In Brianza c’è un decimo della forza lavoro lombarda in campo. Dall’Autodromo, "e la scelta non è casuale", dice Guido Guidesi, assessore regionale allo Sviluppo e dal primo gennaio presidente di Automotive regions alliance, riparte il tentativo dei territori di non perdere una ricchezza costruita in decenni di attività. "La Lombardia si pone alla guida delle Regioni motoristiche più avanzate d’Europa partendo dal tempio mondiale della velocità – spiega il neo presidente – così sottolineiamo una storia centenaria che lega la terra lombarda all’industria automobilistica. In quest’ottica va letta anche la parata di circa 40 auto storiche che hanno sfilato grazie al contributo di Aci Brescia: un modo per rimarcare l’importanza del motorismo storico per la Lombardia, simbolo di valori e tradizioni economiche da preservare".
Bar.Cal.