STEFANIA TOTARO
Cronaca

Treno “fantasma“, un altro rinvio. Nuova perizia sul deragliamento

Il pm presenta a sorpresa un supplemento di documenti tecnici e l’udienza preliminare slitta di un mese

Treno “fantasma“, un altro rinvio. Nuova perizia sul deragliamento

Slitta ancora di un mese il verdetto giudiziario sul deragliamento del treno alla stazione ferroviaria di Carnate. Sono trascorsi tre anni e mezzo da quel 19 agosto 2020 quando il convoglio Trenord 10767, proveniente da Milano Porta Garibaldi e diretto a Paderno Robbiate, giunto a fine corsa alla stazione, si era invece rimesso in moto da solo mentre gli addetti erano andati al bar a bere il caffè. Il treno era stato indirizzato nella stazione di Carnate per schiantarsi su un binario morto. I primi tre vagoni erano volati via (nella foto): due erano atterrati di traverso sui binari, dopo avere devastato degli orti, un altro era rimasto in bilico a poca distanza da un palazzo. Fortunatamente c’era stato un solo ferito, un marocchino 50enne che si era addormentato sul treno non accorgendosi della ripartenza e nel deragliamento aveva subìto ferite per 40 giorni di prognosi. Il passeggero si era costituito parte civile, ma nell’attesa di ottenere giustizia è morto per motivi non legati alla vicenda giudiziaria ed è stato necessario rintracciare gli eredi, che hanno diritto a chiedere un risarcimento dei danni al posto del parente defunto. Questo è stato solo uno dei motivi per cui il procedimento penale tarda ad arrivare a conclusione. Altri rinvii li ha causati prima il fatto che il pool di esperti in disastri ferroviari scelto dalla Procura monzese per la perizia tecnica sul deragliamento è praticamente l’unico che opera sul territorio nazionale ed era impegnato su più fronti e costretto quindi a chiedere più di una proroga e poi ci si sono messi di mezzo pure i disagi causati dalla pandemia da Covid. Ora la gup del Tribunale di Monza Angela Colella era pronta a decidere la sorte dei 6 dipendenti Trenord per cui la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Invece ieri il pm Michele Trianni ha presentato un supplemento di perizia sulle normative tecniche in materia di circolazione ferroviaria, spingendo la difesa degli imputati a chiedere di replicare. La giudice ha quindi dovuto far slittare l’udienza preliminare al 25 marzo. E intanto i reati contestati viaggiano verso la prescrizione. Di disastro colposo e lesioni personali colpose sono accusati il capotreno, il macchinista e due addetti alla manutenzione, mentre due dirigenti sono imputati di tentati depistaggio e frode.

Secondo la pubblica accusa, il treno "veniva lasciato incustodito senza inserimento di freno di stazionamento e di freno a molla. Essendosi verificata un’anomalia il convoglio, privo di personale di bordo, riprendeva autonomamente la sua corsa". Secondo gli inquirenti il disastro è stato causato anche dalla "condotta del personale della squadra manutentiva che aveva da poco sottoposto a revisione l’impianto frenante, senza riscontrare il malfunzionamento". Inoltre sarebbe emerso "come alcune figure dirigenziali di Trenord, intuita la causa del guasto, al fine di ostacolare le indagini, abbiano tentato di far rimuovere dal relitto" i pezzi sospetti.