Monza, 6 febbraio 2019 - «Per i prossimi 24-36 mesi le infrastrutture resteranno quelle che sono e la flotta rimarrà sostanzialmente quella che è: inutile raccontarci storie, nei prossimi 3 anni non cambierà nulla dal punto di vista infrastrutturale. Per tutto quest’anno continueremo quindi a operare con la flotta e la rete che abbiamo. Per il 2019 non ci si può aspettare un servizio che cambi radicalmente faccia, perché i treni sono quelli e i binari pure».
L’ha scandita con parole chiare la situazione l’amministratore delegato di Trenord Marco Piuri, davanti ai sindaci della Brianza riuniti in assemblea in Provincia. Facendo il punto a quasi 2 mesi dalla riorganizzazione del servizio ferroviario sul territorio l’ad di Trenord ha sottolineato il traguardo raggiunto di qualche miglioramento sul fronte delle soppressioni e della puntualità globale dei treni, ma non ha provato minimamente a indorare la pillola: il presente e il futuro immediato restano a tinte fosche per i pendolari brianzoli. Piuri ha ribadito più volte come le attuali condizioni del servizio non siano accettabili e come si stiano mettendo in campo tutte le soluzioni possibili per migliorarlo, ma non ha nascosto nemmeno i vincoli strutturali che esistono.
«Abbiamo treni con un’età media alta, i mezzi che provengono da FS hanno dai 30 ai 45 anni e dovrebbero essere sostituiti: una flotta così non regge il servizio - ha spiegato -. Per avere il numero di treni che mette sui binari Trenord occorre sommare assieme il servizio regionale di Veneto, Lazio e Piemonte».
«Su 810mila viaggiatori quotidiani, 234mila usano le linee che passano dalla Brianza, ossia circa il 30% dei passeggeri complessivi - sottolineano da Trenord -. Di questi, la sola provincia della Brianza vale 70mila passeggeri. Sono numeri di rilievo, come il fatto che il flusso di viaggiatori nella stazione di Monza sia passato da 38mila a 40mila negli ultimi due anni, ossia un 5% in più. Questi flussi si hanno su una rete (che fa capo a Rfi, ndr) che ha molte criticità, che impediscono di fare il servizio che i pendolari chiedono. È fondamentale raddoppiare i binari tra Seveso-Meda e Seveso-Camnago, perché Seveso è un collo di bottiglia. È molto problematico anche il tratto a binario unico della S9 Saronno-Seregno-Albairate, e andrebbe completamente rivisto da parte di Rfi il nodo di Seregno. Anche sulla S11 Milano-Como-Chiasso ci sono 3 nodi critici non più sostenibili, a Lissone, Desio e Cucciago. Ad esempio ci sono marciapiedi corti e stretti, e questo crea ritardi ai treni perché ci si mette più tempo a salire a bordo. Ma nei prossimi 2-3 anni non abbiamo prospettive di miglioramento».
«Tra ottobre e dicembre 2018 la puntualità media dei treni era scesa al 75%, col nuovo orario dal 10 dicembre al 31 gennaio siamo risaliti all’82%, quindi abbiamo recuperato in termini di puntualità - ha chiarito Piuri -. Le soppressioni tra ottobre e dicembre erano mediamente 120 al giorno, ora sono 36, di cui solo 15 per nostre responsabilità, ossia lo 0,7% di tutti i treni che gestiamo. Certo, il sistema non è a posto, ma complessivamente i risultati avuti sono positivi».