DARIO CRIPPA
Cronaca

Troppo pochi su una polveriera Pompieri sottodimensionati nel nono comando del Paese

Vito Cristino, il dirigente da un anno alla guida dei vigili del fuoco di Monza e Brianza: solo 150 uomini contro 193 in pianta organica in un territorio ad alta densità di abitanti e aziende.

Troppo pochi su una polveriera Pompieri sottodimensionati nel nono comando del Paese

di Dario Crippa

A un anno dal suo arrivo a Monza come terzo comandante provinciale dei vigili del fuoco, Vito Cristino, 60 anni, di una cosa è certo. Fare il pompiere è una vocazione e a Monza si lavora bene, anche se ancora ci sono parecchie cose da sistemare. Nato il 22 luglio del 1963 a Bari, figlio di un’insegnante elementare e di un imprenditore, una laurea in ingegneria civile e un concorso subito vinto per entrare come funzionario nei vigili del fuoco (nel 1994), Vito Cristino ha scelto senza batter ciglio Monza e non se ne è mai pentito.

"Vivo qui dal 1995, ci ho cresciuto i miei due figli, e lavorando come funzionario al Comando di Milano mi sono sempre occupato di Brianza. Questo territorio ormai lo conosco bene".

Ci sono problemi di organico, denunciano i sindacati

"Siamo circa in 150, in pianta organica dovremmo essere 193".

Le lacune più grosse?

"Gli amministrativi. Questo mestiere richiede una serie sempre più impegnativa di incombenze, anche burocratiche, purtroppo a Monza ci è stata assegnata una sola risorsa lo scorso giugno, un ragazzo di Agrigento".

E prima?

"Ci si arrangiava con personale operativo messo a disposizione degli uffici di volta in volta…".

In altri territori c’è un personale amministrativo superiore (a Caltanissetta sono oltre 200!)

"Nonostante quello di Monza sia il nono comando d’Italia, con un territorio di 405 km quadrati, una popolazione di 870mila abitanti e una densità abitativa seconda soltanto a Napoli".

E le aziende...

"In Brianza ce ne sono 64mila. Con una densità superiore alla Baviera, la decima in Europa".

Anche a rischio di incidente rilevante.

"Tutte soggette a controlli costanti… ".

Siete pochi... su una polveriera.

"Siamo sottodimensionati. Da quando Monza si è staccata da Milano ed è diventata comando provinciale, non ha ancora raggiunto una piena autonomia logistico-gestionale".

Intanto bisogna lavorare. A fine luglio siete stati messi a dura prova dal maltempo

"Ci siamo organizzati, sono stato costretto a congelare i riposi. Intanto abbiamo potuto contare sui rinforzi inviati ogni giorno dai Comandi di Lodi, Lecco, Como e Genova: 20 persone indispensabili per fronteggiare le centinaia di chiamate ricevute dopo le due trombe d’aria che si sono abbattute su questo territorio".

Il cambiamento climatico è un’emergenza?

"Non ho le competenze per dirlo, ci certo c’è un grande caldo e di conseguenza un’abbondanza di precipitazioni violente e improvvise, con eventi atmosferici critici a poca distanza temporale l’uno dall’altro. Il picco di richieste di intervento è derivato anche dal fatto che si sono scoperchiati diversi tetti in città".

Ed erano pieni di Eternit.

"Il problema più grosso. Oltre al fatto che in un territorio come questo la caduta di un albero comporta di fatto il blocco della circolazione stradale".

Fuoco, acqua, terremoti. Di cosa ha più timore un pompiere?

"C’è un detto nel nostro ambiente: il fuoco di spegne, l’acqua si guarda…".

Si spieghi meglio.

"Il fuoco si può gestire e affrontare, e anche gli eventi naturali… l’acqua purtroppo no…"

Come nel 2002, esondazione del Lambro in città.

"C’ero… la ricordo bene, ci fu anche una vittima. Per fortuna da allora sono stati fatti molti interventi, l’unica arma a disposizione è la prevenzione".

“Il pompiere paura non ne ha” recita il vostro inno,

"E io non ne ho, anche se…".

Cosa?

"Non dimenticherò mai eventi come il disastro aereo di Linate nel 2001, la conta tragica dei cadaveri (118, ndr)".

Allo stadio di fatto siete gli unici in divisa a non ricevere insulti, anzi...

"(ride)… sensibilizzo sempre chi lavora con me perché risponda a tutte le richieste. Anche durante l’ultima bufera, ho chiesto di provare a dare una risposta a tutte le richieste in cui si imbattevano, anche per strada".