STEFANIA TOTARO
Cronaca

La truffa dell’autosalone fantasma di Varedo, condanne confermate in Appello: come funzionava l’inganno

Pubblicità in cambio di sconti, ma le macchine non arrivavano: regge l’impianto accusatorio contro gli Antonini. Danni per complessivi oltre 700mila euro a una sessantina di clienti

Erano stati risarciti 700mila euro

Erano stati risarciti 700mila euro

VAREDO – Reggono in appello le condanne, anche se falciate dalle prescrizioni, per la truffa all’autosalone di Varedo. Le vetture venivano vendute a prezzi di mercato, ma ai clienti veniva proposto di applicare adesivi pubblicitari in cambio di uno sconto. Un ragionamento che aveva spinto tante persone – circa 150 – ad acquistare un veicolo all’ex storico concessionario Antonini. Una volta che il saldo arrivava sui conti correnti della concessionaria, però, i tempi per il ritiro iniziavano ad allungarsi a dismisura, fino allo scontato epilogo del fallimento. Nel frattempo ai clienti che andavano a lamentarsi veniva offerto un bonifico delle somme versate, che però non sarebbe mai arrivato. Alcuni avevano ottenuto un finanziamento, continuando a dover pagare invano le rate. Una presunta maxi truffa per cui al Tribunale di Monza erano arrivate le condanne, anche al risarcimento dei danni per complessivi oltre 700mila euro a una sessantina di clienti costituiti parti civili.

Nel processo col rito abbreviato la gup Francesca Bianchetti, che non aveva ritenuto sussistente l’accusa di associazione per delinquere, aveva inflitto 3 anni, 5 mesi e 20 giorni (in continuazione e in aggiunta alla precedente condanna di 3 anni per bancarotta fraudolenta) ai fratelli Giuseppe e Mauro Antonini, ritenuti amministratori di fatto e ideatori del raggiro, mentre a 3 anni e 10 giorni era stato condannato l’amministratore di diritto Giancarlo Capoccia, assolto però dal concorso in bancarotta fraudolenta e infine 1 anno e 10 mesi con pena sospesa erano andati alla moglie di uno degli Antonini accusata di riciclaggio e a cui sono stati confiscati 50mila euro.

I fratelli Antonini, eredi dello storico commerciante multimarche di auto di Varedo, erano già stati condannati in primo grado al Tribunale di Monza per bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita a 4 anni di reclusione e al risarcimento dei danni al fallimento della società dell’autosalone, con una provvisionale di 150mila euro. Pena scesa dopo i ricorsi a 3 anni di reclusione ciascuno. Le indagini delle Fiamme gialle sono iniziate alla fine del 2017 a seguito del fallimento della “World car srl”, nata sulle ceneri della storica società “Autosalone Antonini“. All’ipotesi di bancarotta fraudolenta si è aggiunta poi quella di truffa, quando i clienti si sono rivolti alla Finanza e a ‘Striscia la Notizia’ per fare emergere lo scandalo.

Nessuna truffa perché alcune auto sono state regolarmente consegnate ai clienti ed erano in corso i contratti per la pubblicità, ma poi tutto è stato messo in difficoltà dai problemi economici che hanno portato al fallimento della società”, sostengono i fratelli Antonini. Ma l’accusa ha retto davanti alla Corte di Appello di Milano. A gennaio andrà a sentenza l’ultimo filone dell’inchiesta che riguarda i venditori che non hanno scelto di essere processati con riti alternativi ma hanno affrontato il dibattimento. Il pm monzese Vincenzo Fiorillo ha chiesto pene fino a 19 mesi di reclusione per 4 degli ultimi 5 imputati a vario titolo di truffa, mentre ha chiesto l’assoluzione per un figlio di Giuseppe Antonini, Davide, così come per tutti gli imputati per l’ipotesi di associazione a delinquere. “I venditori non potevano non sapere dei raggiri perché i clienti arrivavano anche nell’autosalone a lamentarsi per le vetture non consegnate”, sostiene la pubblica accusa. “Loro facevano solo i contratti, che erano regolari”, sostiene la difesa.