San Vincenzo, più di 15 anni a fianco dei ragazzi autistici a Concorezzo, fra laboratori-lavoro e ora l’appartamento per provare a vivere da soli, ieri l’abbraccio del ministro della Disabilità Alessandra Locatelli ai fondatori, i cavalieri Efrem e Samantha Fumagalli: "Grazie per quello che state costruendo", ha detto l’esponente del Governo. E presto il progetto potrebbe raddoppiare. L’associazione, 20 operatori, 150 ragazzi assistiti, ma altri 180 in lista d’attesa, è pronta a ristrutturare il secondo bene confiscato alla mafia in città e preso in carico dal Comune: una cascina in via Primo Maggio che "permetterà di riunire in un solo punto tutto quel che abbiamo creato dall’inizio", spiegano i volontari. Per realizzare il sogno servono 2 milioni 700 euro, Locatelli ha promesso "sostegno a eventi per raccogliere fondi e uno studio attento delle possibilità legate al Pnrr che assegna risorse importanti proprio al restyling di stabili requisiti alla criminalità organizzata". Da Roma potrebbe arrivare l’aiuto da sommare alla rete di sponsor pubblici e privati che il gruppo di casa ha consolidato da tempo. Lo stesso che ha permesso di sistemare l’abitazione di 5 locali in via Libertà "ormai in fase avanzata", ricorda il sindaco Mauro Capitanio, dopo i lavori ci sarà l’inserimento, la fase più delicata. L’obiettivo è fare di questi giovani, "cittadini a pieno titolo e non solo sulla carta", sottolinea Capitanio. Ad accompagnarli, educatori volontari e un assistente fisso, giorno e notte. Il percorso verso l’autonomia non è cominciato adesso: da tempo la San Vincenzo ha messo a disposizione un nido-palestra in cui allenarsi al cambiamento. Un cammino per gradi per evitare fughe in avanti senza basi. "Da piccoli autistici i nostri figli sono diventati giovani adulti - raccontano i Fumagalli - non possiamo rassegnarci all’idea che il loro futuro sia all’interno di un istituto". Una scelta per amore, come tutte le altre. Così la macchina si è messa in moto.
La scintilla è scattata in Municipio: "Nel 2022 per la prima volta la prefettura ci ha parlato della casa tolta alla mafia, ma serviva un progetto di rinascita. Abbiamo chiamato subito loro", ricorda il primo cittadino. Stesso destino per il complesso in via Primo Maggio che sarà aperto "anche alle altre realtà che si occupano di disabili sul territorio".