ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Un “disastro“ di vacanza. Il campus speciale dei ragazzini

L’iniziativa della protezione civile tra lezioni su rischi ed esercitazioni in caso di emergenza

Un “disastro“ di vacanza. Il campus speciale dei ragazzini

Un “disastro“ di vacanza. Il campus speciale dei ragazzini

Un campus estivo speciale e formativo, per la prima volta a Monza. Da ieri è iniziato in città, per l’entusiasmo di venti ragazzi tra i 10 e i 13 anni, il campo scuola di protezione civile: una realtà che riproduce perfettamente un campo allestito dalla protezione civile per le emergenze, con tanto di tende attrezzate e volontari che fanno fare esercitazioni pratiche e lezioni teoriche ai ragazzi. La sua collocazione è al campo scout dietro il santuario della Madonna delle Grazie Vecchie, messo a disposizione dai frati francescani. "Attraverso un percorso didattico di una settimana, che terminerà sabato nel primo pomeriggio, i ragazzi hanno l’opportunità di avvicinarsi al sistema di protezione civile – spiega Mario Stevanin, responsabile de gruppo comunale della protezione civile di Monza –. Grazie alla collaborazione delle forze che intervengono nelle situazioni emergenziali - tra cui polizia locale, vigili del fuoco, Croce rossa, alpini, Rescue dog, Monzasoccorso - approfondiranno la conoscenza dei rischi presenti sul territorio e dei piani di protezione civile, imparando i comportamenti corretti da adottare in caso di emergenza". Da qui la spiegazione di com’è nata l’iniziativa: "Questa è un’attività del Dipartimento nazionale di protezione civile, denominata “Anch’io sono la protezione civile“, che esiste dal 2007 (l’anno scorso ne sono stati allestiti oltre 270 campi in tutta Italia coinvolgendo 7mila ragazzi, ndr) – chiarisce Stevanin –. Alcuni nostri volontari per tre anni hanno partecipato a uno stage in un campo scuola di Bastia Umbra, dove si svolge già dal 2015 e hanno avuto l’idea di provare a proporlo anche qui a Monza. I volontari di Bastia peraltro verranno qui a darci una mano, una delle tende è allestita per loro, un’altra per noi e le 4 restanti per i ragazzi, che ci dormiranno giovedì e venerdì notte".

Una delle quattro volontarie che ha proposto l’iniziativa a Monza, Laura Crepaldi, racconta con entusiasmo il ricco programma che aspetta i giovanissimi allievi: "Sono davvero tante le attività. Per ogni giornata c’è un obiettivo didattico diverso e per ogni lezione, come ad esempio quella sull’antincendio boschivo, si fa un test e poi un gioco. Nei primi tre giorni vige l’orario da tradizionale campo estivo, dalle 8 alle 18, giovedì e venerdì dormiranno qui e l’ultima sera faremo un falò". "L’obiettivo è proporlo almeno una volta ogni due anni – prosegue la volontaria – facendoli dormire qui tutti i giorni, e raggiunge la massima disponibilità di accoglienza, che è 30 posti". "Quest’anno ci siamo fermati a 20 perché abbiamo avuto poco tempo per pubblicizzarlo, in un momento in cui le famiglie di solito hanno già organizzato le estati dei loro figli – conclude il responsabile Stevanin –. Per il prossimo anno lo riproporremo entro i mesi di aprile e maggio".