BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Un piano per riaprire la piscina Vimercate bussa al Ministero

Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità la partecipazione al bando Rigenerazione . Obiettivo, ottenere 5 dei 7 milioni di euro necessari per rilanciare il centro chiuso nell’estate 2018

di Barbara Calderola

Un nuovo piano finanziario per riaprire la piscina a Vimercate.

Il Consiglio comunale approva all’unanimità la partecipazione al bando Rigenerazione del ministero dell’Interno con l’obiettivo di assicurarsi 5 dei 300 milioni che lo Stato mette a disposizione nella gara fra progetti per migliorare il decoro urbano. Nel complesso però il riavvio del Centro sportivo ne costerà 7, il resto lo metterà Palazzo Trotti. "Calcoli basati su un’analisi della situazione attuale – spiega la vicesindaca Mariasole Mascia, regista dell’operazione –. È un intervento essenziale, al centro del nostro programma, il restyling riguarderà l’intera area di via degli Atleti". E si riparte da zero. "Nelle corsie esterne, il mare estivo di generazioni di famiglie, ormai crescono le piante – sintetizza Giovanni Sala, capogruppo del centrodestra all’opposizione –. Siamo arrivati in zona Cesarini alla selezione, ma è giusto provare. Poi, bisognerà sistemare i conti".

"Non potevamo perdere questa opportunità – ribadisce Mascia – Il bando chiude a fine mese. Nel frattempo la progettazione prosegue". L’ipotesi è di una vasca olimpionica al chiuso da 50 metri che manca nel raggio di 30 chilometri e di un’altra più piccola all’aperto. L’amministrazione, che si gioca un pezzo di credibilità sulla piscina, sarà affiancata dal nuovo gestore.

Anche per la minoranza "serve un super esperto, altrimenti si rischia di andare a sbattere". In primo piano la sostenibilità economica, "le tariffe in vigore al momento della chiusura, a luglio 2018, sono ancora competitive", chiarisce la vicesindaca. E questo perché due anni di Covid e il lockdown hanno cambiato le cose, provocando anche il fallimento di società importanti in zona alle quali i comuni avevano affidato i propri impianti. Oggi più che mai la parola d’ordine è cautela. Per calcolare il necessario a riaprire le porte ad atleti e appassionati l’amministrazione è partita dagli accessi dell’ultima stagione, "740mila l’anno", un numero credibile. Le vasche, un tempo fiore all’occhiello, sono diventate obsolete e infine simbolo di stallo, dopo la chiusura decisa dalla giunta pentastellata per problemi legati al certificato antincendio.

Il centro natatorio era stato oggetto di un primo project financing. L’opzione di Lombardia Nuoto emersa fra 7 candidature veniva adottata dalla giunta Sartini a gennaio 2020. Lo scoppio della crisi sanitaria ci ha messo lo zampino e ha fatto sballare i conti, fino alla rinuncia alla gara che avrebbe dovuto fare svoltare la struttura. Ora, si ricomincia daccapo. "Se va tutto bene si riapre tra tre anni", è il pronostico di Sala.