Oggi la Formula 1 è tra le piattaforme di business più importanti nel mondo, dove si concentrano le più grandi aziende del pianeta. E "l’Italia deve capire che senza investimenti non si va da nessuna parte". Giulio De Rita del Censis fa parlare i numeri del valore del Gran premio a Monza. Un giro di interessi enorme: 142 milioni di euro. Ben oltre gli 85 generati dalla gara a Imola. E "certamente si può migliorare, ma non basta organizzare solo il Gp, occorre creare un contorno di eventi per arrivare all’equilibrio".
Anche dei conti. Come? "Si potrebbe pensare di organizzare una ‘settimana della moda sportiva’ o addirittura realizzare una sorta di via dello shopping all’interno del paddock o dell’autodromo con i più grandi brand al mondo, da Rolex a Louis Vuitton". Perché se sulla biglietteria - che l’anno scorso ha prodotto ricavi per 29,7 milioni - i margini di crescita sono limitati, su molte altre voci si può alzare l’asticella. A cominciare proprio dallo shopping e da quelle 9mila persone che nel 2023 hanno speso in media 700 euro a testa nel weekend della F1: "Ecco, noi dobbiamo invogliare a venire a Monza i big spender, ovvero chi è disposto a strisciare la propria carta di credito spendendo anche 1.500 euro. Settemila al Gp 2023, ma possono certamente aumentare", analizza De Rita.
Che non trascura affatto i 32,4 milioni di ricavi dall’accoglienza negli alberghi degli spettatori, stranieri soprattutto: quest’anno saranno il 66% del pubblico in circuito. E poi i 9,2 milioni di acquisti di merchandising “griffato” F1, senza dimenticare le feste - circa 80 - che gli sponsor del circus organizzano prevalentemente a Milano, capaci di generare quasi due milioni e mezzo di ricavi. Ma la carovana del Gran premio muove pure un esercito di addetti ai lavori - 3mila persone - che trascorrono una settimana in provincia contribuendo sensibilmente ai bilanci dell’economia locale con un tesoretto di 10,5 milioni. "E se non ci fosse più il Gp? - la provocazione di De Rita -. I 142 milioni di indotto verrebbero a mancare, il sistema produttivo italiano perderebbe una ricaduta di altri 80 milioni e il brand territoriale non avrebbe più un valore di almeno di 50 milioni".
Per questo "non possiamo permetterci di perdere il Gp, non dobbiamo dare Monza per scontata e dobbiamo impegnarci tutti a garantirle un posto nel Mondiale – l’impegno di Federico Freni, sottosegretario al ministero dell’economia e delle finanze. Servono investimenti che bisogna sostenere e spero di poterlo fare anche nella Finanziaria di quest’anno. L’attenzione c’è e non mancherà". Del resto stiamo parlando di un evento che ha una vetrina mediatica su 2,5 miliardi di contatti.
Tirando le somme, "negli ultimi sette anni, escludendo ovviamente 2020 e 2021 per il Covid, grazie al Gp di Monza è rimasto sul territorio, considerando una media annua prudenziale di oltre 100 milioni all’anno, più di mezzo miliardo di euro – il bilancio del presidente Aci, Angelo Sticchi Damiani –. Mezzo miliardo che non solo giustifica, abbondantemente, l’investimento di 46 milioni di risorse dell’Aci, ma rappresentano uno tra gli investimenti di denaro pubblico più produttivi della Regione Lombardia, dal momento che i 27 milioni investiti hanno prodotto un moltiplicatore di ben 20 volte". E allora "è importante riuscire ad ottenere il più in fretta possibile le autorizzazioni per ampliare il Paddock Club, rifare le tribune e rendere l’autodromo al passo con il futuro. Soltanto così potremo avere la certezza di un rinnovo del contratto con F1. I soldi per i lavori li abbiamo, manca solo il via libera".