La panchina per Giada ha grandi braccioli a forma di cuore e i colori che la studentessa amava: rosso, bianco e lilla. Una cerimonia è servita a sistemarla davanti al Municipio di Busnago nello spazio verde, dove da piccola la quattordicenne aveva trascorso tante ore di svago. La posa a un anno dalla scomparsa: Giada Pollara è stata strappata ai suoi genitori, agli amici, alla comunità da un malore a scuola. Lacrime, parole e un abbraccio condiviso tra i genitori Alessandro e Diana, i coetanei, la parrocchia, il sindaco, Danilo Quadri, in fascia tricolore. Un omaggio dodici mesi dopo nel paesino che aveva accolto da poco la ragazza e la famiglia prima della tragedia e in cui la giovane aveva conquistato il cuore di tutti.
"È un bel giorno – ha detto il padre in lacrime –, la presenza di tante persone qui conferma quanto nostra figlia fosse amata. Questa panchina la rappresenta, ci invita a riflettere sulla vita e sull’amore. Da qui lei ci guarda, vi guarda: e gioisce di tutto ciò che fate". Una cerimonia gemella si era tenuta anche a Inzago, al Bellisario, l’istituto superiore che la ragazza frequentava, teatro del dramma che si è consumato sotto gli occhi di ragazzi e insegnanti: lei si accasciò a terra dopo l’ora di ginnastica senza più riprendere conoscenza. A fissarne la memoria anche una poesia scritta dai compagni: "Come il melograno cresce in profondità le tue radici si aggrappano al nostro cuore. Come in primavera sboccia il tuo fiore fiorisce per te il nostro amore". Giada Pollara morì pochi giorni dopo essersi sentita male in palestra. Nessun perché. Nessuna parola di rabbia allora. Oggi la dolcezza del ricordo.
"Non vogliamo soffermarci – così i genitori – sul destino che ce l’ha portata via. Ma ringraziare per averla avuta con noi, anche per poco". Per lei anche l’omaggio del preside, Gustavo Matassa: "Era arrivata da noi trasferita da un’altra scuola. Ci ha stupito la sua capacità, nel giro di poco tempo, di avere tanti amici e amiche". In quei giorni terribili la scuola ammutolì. "Si respirava un clima di religioso silenzio. Tutti si sono stretti intorno a lei, nei corridoi non c’era nessun ragazzo. La scuola si è fermata. Da sola, e prima ancora di formalizzare un minuto di silenzio". Alla ragazza: "I cuori su questa panchina sono due: uno è il tuo, l’altro quello di tutti noi".