REDAZIONE MONZA BRIANZA

Uno spettacolo dedicato al maestro Enzo Bontempi

Negli anni Cinquanta mise i grandi pittori, scultori, poeti a disposizione dei propri scolari

"Arte viva". In due parole la storia di Enzo Bontempi, lo straordinario maestro elementare di Agrate che negli anni Cinquanta ha messo i grandi del Novecento, pittori, scultori, poeti, a disposizione dei propri scolari. Una stagione indimenticabile che il Teatro delle Ali ha condensato in uno spettacolo teatrale che andrà in scena alla Cittadella della Cultura il 22 luglio. I posti sono limitati, "la domanda altissima per questo abbiamo aperto le prenotazioni con largo anticipo", dice il sindaco Simone Sironi, orgoglioso di avere inserito questo appuntamento nel cartellone estivo della rinascita dal Covid. Da quel lontano, bellissimo rapporto con bambini di 9 anni è nata la Collezione Bontempi, opere che Aligi Sassu, Salvatore Quasimodo e tante altre "firme" del XX secolo hanno inviato in dono ai piccoli agratesi.

Un fondo nato quasi per caso dalla domanda innocente di un bambino di quarta elementare nel lontano 1957: "Maestro, ma gli artisti sono tutti morti?". In cattedra, c’è lui, Bontempi, il critico, che coglie la palla al balzo e scrive ai geni dell’epoca facendo scoccare la scintilla di quello che diventerà uno dei progetti culturali più originali del Paese. Lucio Fontana ed Ernesto Treccani sono tra i primi a rispondere. E’ cominciata così una corrispondenza piena di tenerezza, che ha proiettato quei ragazzini nell’Olimpo delle arti, facendoli destinatari di tanti regali preziosi: disegni, quadri, incisioni, versi. Opere assolutamente originali, il tesoro nascosto della città. Ottantantaquattro pezzi, più 26 autografi letterari, custoditi nella vecchia biblioteca di via Battisti, sotto la scuola primaria Domenico Savio, con una gigantografia color seppia di quella classe da cui tutto cominciò. Grembiuli bianchi e neri per i figli del Boom economico. Protagonisti di un’esperienza "di altissimo profilo – sottolinea Sironi -. La grandezza di Bontempi sta nell’aver portato la cultura a misura di bambino".

Lui sembrava uscito dal Libro Cuore: per sei anni ha guidato gli allievi alla scoperta degli ingegni più fervidi del tempo. Poi nel ‘63 è stato trasferito ed è finito tutto. Lasciò le opere al Comune che ne ha fatto un corpus indivisibile. Ora, quel tempo mitico va in scena.

Barbara Calderola