STEFANIA TOTARO
Cronaca

Urbanistica e mazzette. Il prezzo dei favori scritti sul “pizzino“: "Ora è tutto a posto"

La Guardia di finanza porta alla luce "un articolato sistema corruttivo". In manette il funzionario comunale Antonio Colombo e altre 8 persone:. alcune aree sono diventate da agricole a produttive ed edificabili.

Urbanistica e mazzette. Il prezzo dei favori scritti sul “pizzino“: "Ora è tutto a posto"

Un "articolato sistema corruttivo" nell’urbanistica "prolungato negli anni in assenza di alcuna segnalazione di anomalia da parte dell’amministrazione comunale". A gestirlo un funzionario pubblico del Comune di Usmate Velate, il responsabile del settore Territorio e Ambiente, il geometra Antonio Colombo, che ieri è stato arrestato insieme ad altre otto persone sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla gip del Tribunale di Monza, Angela Colella, eseguita dai finanzieri del Comando provinciale monzese. In carcere, oltre al tecnico comunale, sono finiti gli imprenditori Galdino Magni e Alberto Riva (figlio dell’ex sindaco di Vimercate Ezio Riva) e agli arresti domiciliari l’ex “geometra di Berlusconi“, Francesco Calogero Magnano, la compagna e il cognato di Colombo, Annabella e Giovanni Carlo Beretta e gli imprenditori Donato Magni, Ancilla Antonella Giuseppina Cantù e Luigi Roncalli. Indagato con questi ultimi, ma non raggiunto da misura Roberto Crestale. Le indagini per concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, emissione di fatture per operazioni inesistenti e frode fiscale, sono state coordinate dal pm monzese Carlo Cinque con il procuratore capo, Claudio Gittardi.

Secondo l’accusa Antonio Colombo ha inserito nella variante del nuovo Piano di governo del territorio di Usmate Velate, adottata dal Consiglio comunale, alcune aree rese oggetto di variazione di destinazione urbanistica, da agricola a produttiva ed edificabile, con un evidente aumento del loro valore economico. Tra queste anche addirittura alcune aree interessate in parte da vincoli per la Pedemontana, per cui risulta indagato anche il geometra Magnano. Aree risultate essere di proprietà di società, alcune facenti capo a imprenditori locali a loro volta destinatari delle misure di custodia cautelare che, accordandosi con il funzionario pubblico, gli hanno corrisposto denaro attraverso il pagamento di false fatture ad una società gestita dalla compagna e dal cognato, ma riconducibile al funzionario stesso. I finanzieri hanno eseguito sequestri preventivi agli indagati per oltre 240mila euro nonché, nei confronti di sette società a loro riconducibili, il sequestro preventivo dell’intero capitale sociale e delle proprietà mobiliari ed immobiliari per un valore di circa 700mila euro.

L’inchiesta è partita da una denuncia per truffa presentata da una coppia di avvocati milanesi che volevano comprare una casa a Usmate Velate di proprietà di Galdino Magni e dei figli. Ma nella trattativa si era interposto il tecnico comunale che "aveva falsamente rappresentato - scrive la gip nell’ordinanza cautelare - che era in corso al Comune un procedimento di modifica al Pgt che avrebbe comportato una diminuzione dell’indice di edificabilità dell’immobile". Un anno fa le Fiamme gialle si erano presentate nell’ufficio urbanistica a Usmate Velate ad acquisire la prima documentazione. Antonio Colombo era stato in seguito spostato a lavorare in biblioteca, poi reintegrato al suo posto, da cui però si è dimesso. Nelle perquisizioni i finanzieri hanno trovato anche un “pizzino“ con note e cifre che dimostrano la certezza che alcuni terreni sarebbero diventati edificabili.

"Colombo era a disposizione dei privati corruttori e godeva di un tale potere presso l’amministrazione comunale che i suoi pareri non venivano mai disattesi", si legge nell’ordinanza. Ma il funzionario si sarebbe dato da fare anche per redigere bozze di convenzioni e attivare le polizze per le fideiussioni. "Abbiamo messo a posto tutto", dice il funzionario al telefono ad uno degli imprenditori. Quando Colombo era stato rimosso dall’ufficio tecnico, lo stallo nelle pratiche edilizie che si era venuto a creare aveva mandato nel panico i presunti corruttori e Galdino Magni aveva addirittura pensato di presentare "una falsa denuncia per concussione ai danni del sindaco sostenendo che gli fosse stata chiesta la somma di 20mila euro per arrivare alla stipula della convenzione".