Usmate Velate (Monza Brianza) – “Preghiamo per i nuovi poveri”, la Comunità pastorale Madonna del Carmine chiede a tutti i fedeli di stare a fianco delle 24 famiglie che, almeno per adesso, in seguito agli sviluppi dell’inchiesta per corruzione in Comune a Usmate Velate, hanno perso la casa.
Erano in procinto di cominciare una nuova vita, c’è chi ha venduto il vecchio appartamento in attesa della consegna di quello nuovo, chi aspetta un figlio, chi si è indebitato fino a 150mila euro, ma fra loro e il nido che sognavano si è messo il malaffare. Il cantiere delle palazzine eleganti in via Manara, dove erano pronti a trasferirsi, è sotto sequestro. Corpo del reato che racconta le mazzette pagate, secondo l’accusa, dal costruttore Alberto Riva ad Antonio Colombo, ex capo dell’ufficio tecnico del Comune, per ottenere una licenza edilizia truccata, uno dei dossier per i quali sono entrambi ai domiciliari.
I parroci hanno lanciato un appello “alle autorità competenti perché tentino ancora di trovare una soluzione che difenda i diritti di queste famiglie”. Il 9 settembre il Tribunale del Riesame aveva negato il dissequestro del cantiere, le motivazioni della decisione arriveranno a fine ottobre. Toni pacati quelli usati dai sacerdoti, ma che nascondono il dramma di chi si è ritrovato nei guai senza avere alcuna colpa. Gli acquirenti che hanno versato somme importanti per le abitazioni sotto sigillo potrebbero giocarsi la carta del ricorso in Cassazione.
Come in tutta questa vicenda non mancano i risvolti politici: Stefano Vimercati (Insieme), capogruppo di opposizione, lancia l’idea di creare un fondo di solidarietà. “Il Comune potrebbe fare i primi versamenti rinunciando al portavoce e dirottando su questa causa i 9mila euro previsti dal bando per la selezione del professionista – dice il consigliere di minoranza –. Aggiungerei l’eventuale premio che l’ex capo ufficio tecnico al centro del caso avrebbe maturato nel 2023 e congelato dall’amministrazione comunale in attesa dell’evoluzione giudiziaria”.
La sindaca, Lisa Mandelli, che ha sempre espresso solidarietà nei confronti delle famiglie coinvolte precisa: “Non credo si possano destinare soldi pubblici a privati senza requisiti – puntualizza –, penso che la proposta non abbia una fattibilità tecnica. Non mi riconoscono come primo cittadino, ma sono il loro bersaglio preferito. La minoranza non ha mai smesso di strumentalizzare l’inchiesta per un mero tornaconto elettorale e per polemizzare”. Posizioni diametralmente opposte.
Con un appuntamento in comune, però, davanti al Tar l’8 ottobre. Non sul fronte dell’inchiesta sulla corruzione, ma per tornare a fare i conti sul verdetto delle elezioni. I giudici amministrativi dovranno pronunciarsi sul riconteggio dei voti chiesto dal centrodestra subito dopo le elezioni di giugno. Quelle 43 preferenze di distanza che hanno riconsegnato il borgo all’avversaria non gli vanno giù. Anche su questo fronte sarà la magistratura a indicare la strada corretta da percorrere.