STEFANIA TOTARO
Cronaca

Lissone, tragedia sulla Valassina: il pirata della strada resta in cella

Respinta la richiesta di arresti domiciliari all’ecuadoriano che ha travolto una coppia in moto uccidendo una donna e poi è fuggito

Nell'incidente ha perso la vita una donna di 57 anni

LIissone (Monza e Brianza), 23 settembre -  "Sono disperato per la donna che è morta ma io la moto proprio non l’ho vista, devo avere avuto un colpo di sonno. Avevo appena staccato dal mio secondo lavoro, che mi tocca fare perchè devo pagare il mantenimento dei figli avuti con la mia ex convivente. Poi mi è esploso l’airbag in faccia per l’urto e per lo shock ho abbandonato l’auto per strada per tornare a casa".

Ma per la giudice deve restare in carcere. Si è difeso ieri all’interrogatorio per la convalida del fermo davanti alla gip del Tribunale di Monza Francesca Bianchetti l’ecuadoriano di 32 anni E.R., accusato di omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebbrezza e omissione di soccorso per avere ucciso sabato mattina la 57enne monzese Daniela Petroni e ferito il marito che la trasportava in sella ad una moto, centrata sulla strada provinciale Vallassina all’altezza di Lissone.

A riferire la versione dei fatti fornita dal fermato è il suo difensore, l’avvocato Massimo Lipani del Foro di Milano, che aveva chiesto per il 32enne la concessione degli arresti domiciliari nella casa di Muggiò dove l’ecuadoriano vive accanto ai parenti. "Il mio assistito aveva bevuto ma non aveva nel sangue un tasso alcolico elevato - ha anche precisato il legale - e nego che abbia un precedente penale per guida in stato di ebbrezza e fuga in seguito di un precedente sinistro stradale. Soltanto per mancato mantenimento dei figli. Per questo ha un doppio lavoro, come corriere di giorno e la sera in una paninoteca. Quindi non è una persona violenta ed è un gran lavoratore. Ha un regolare permesso di soggiorno e ha sempre lavorato con contratto a tempo indeterminato".

La pm della Procura di Monza Emma Gambardella aveva chiesto invece la permanenza dell’indagato in carcere in attesa di avere gli esiti di una consulenza tecnica che chiarisca la dinamica dell’incidente stradale e risalga alla velocità con cui l’ecuadoriano guidava la vecchia Fiesta. E la giudice ha accolto l’istanza. A sfavore di E.R. la circostanza della fuga. Secondo la ricostruzione fatta dalla polizia stradale, il 32enne ha violentemente tamponato la Honda Hornet su cui viaggiavano la vittima e il marito (ricoverato in codice giallo all’ospedale San Gerardo di Monza) e dopo l’impatto ha continuato la corsa finchè la vettura non è andata in panne per i danni riportati al cofano nell’investimento. Il sudamericano ha abbandonato la Ford Fiesta ed è scappato a piedi, dopo avere scavalcato il guard rail, per tornare a casa, dove però ad attenderlo ha trovato i carabinieri della Compagnia di Desio.