Varedo (Monza e Brianza), 7 novembre 2024 – Se scendi dal treno in stazione a Varedo e segui le indicazioni, in pochi passi ti trovi sulla strada principale, con locali e negozi, ma se vai dalla parte opposta e ti infili in uno dei varchi aperti nella recinzione, finisci subito nell’inferno dell’ex Snia.
Questo è il percorso scelto quotidianamente da decine di pendolari della dose da fumare, della riga da sniffare o della roba per il buco, che arrivano qui anche da lontano, proprio grazie alla comodità del treno.
Una città nella città, 500mila metri quadrati abbandonati: qui un tempo lavoravano 6mila persone, 21 anni fa la chiusura definitiva e la lenta trasformazione in un “mostro“ che fa paura a chi gli vive attorno. Una specie di terra di nessuno animata giorno e notte da sbandati, tossicodipendenti, clochard e, ovviamente, spacciatori di droga che alimentano costantemente la disperazione.
Varcarne la soglia mette ansia, perché in un attimo ci si trova soli e isolati dal mondo, pur essendo a pochi passi dal centro cittadino. L’altro giorno c’è stata la nuova incursione di Striscia la Notizia, con l’inviata Rajae Bezzaz opportunamente scortata da un manipolo di body guard, che è tornata nel luogo dove un anno prima era stata presa a sassate. Le immagini mandate in onda testimoniano che non è cambiato nulla, nonostante i blitz che si ripetono con una certa cadenza da parte delle Forze dell’ordine ed è quello che può vedere chiunque si azzardi a mettere un piede dentro questo luogo maledetto.
Ci sono le vedette dei pusher che lanciano segnali perché ci mettono pochissimo a capire che non sei un cliente in cerca di roba e ancora meno per farti capire che non sei il benvenuto. Conviene star fuori dalle mura, dove si possono incrociare facilmente i frequentatori abituali, alla ricerca di spiccioli che se non vengono chiesti per strada provano a procurarsi anche spaccando di notte i vetri delle auto in sosta o infilandosi in box e cantine per portare via biciclette da rivendere nel giro di qualche ora. Quel che succede dentro lo ha mostrato l’ennesimo video in tv: gente trovata a dormire in giacigli di fortuna, “murati“ all’interno dei vecchi uffici, rifiuti di ogni tipo, escrementi umani in ogni angolo, perché gli inquilini qui sono tanti. C’è chi dice che vive qui da anni: non ha documenti, non lavora, non ha soldi, non ha altri posti dove andare. Quando mette insieme qualche moneta si compra una pizza in cartone o un kebab, per berci sopra parecchio alcol che lo aiuta a prender sonno e a sentire meno freddo in queste prime sferzate notturne che accompagnano all’inverno. Gli spacciatori, invece, qui vanno e vengono, si muovono agilmente, contando su una rete di coperture (spesso fornite dagli stessi clienti) e di sicuro hanno anche qualche banconota in più in tasca.
Quattro anni fa qui scoppiò un gigantesco incendio che mandò in fumo 2mila tonnellate di rifiuti rendendo l’aria irrespirabile per alcuni giorni. L’ultima maxi retata delle Forze dell’ordine risale allo scorso mese di luglio: 13 identificati, 2 denunciati, eroina, cocaina e hascisc sequestrati. Poi ci sono gli interventi ordinari anche della polizia locale, ma l’impressione evidente è che si tratti di una lotta impari. Troppo grande l’area da sorvegliare, troppi i disperati senza nulla da perdere che la frequentano ogni giorno, sia da “stanziali“ sia da pendolari.