
Velate e il pozzo dei Promessi Sposi
di Barbara Calderola
Vessazioni e violenze, un potere familiare che si tramanda di padre in figlio. Minacce, omicidi. Il cadavere di una suora ritrovato in un pozzo. Non è una vicenda di criminalità organizzata a far tremare la Brianza, ma un fatto vecchio di oltre quattro secoli. A fare da sfondo, Usmate Velate. Grazie alla penna di Alessandro Manzoni. Centocinquant’anni dopo la morte del grande romanziere lombardo, la cittadina si prepara a ricordare lo scrittore, ma anche un pezzo quasi dimenticato della propria storia.
L’occasione è una mostra, in programma in due fine settimana di maggio, il 20-21 e 27-28, a villa Scaccabarozzi. “La Monaca di Monza - Sulle orme dello sciagurato Egidio“. Un evento "che potrà riaccendere i riflettori su una ricerca che inserisce questo territorio, in particolare Velate, fra le tappe di un viaggio ricostruito grazie al carteggio processuale e presentato al pubblico in un modo inedito", spiega il curatore Mario Cazzaniga. Noto a tutti che la celebre religiosa altro non fosse che la Signora di Monza, feudataria andata monaca, erede della famiglia De Leyva, assai meno conosciuto è il legame fra lo scellerato Egidio e Usmate. Gian Paolo Osio, questo il vero nome dell’uomo per cui la Gertrude manzoniana ruppe i voti, era di casa nel paese di cui il padre portava il titolo di conte. L’omicidio di un contabile dei De Leyva, il successivo perdono della Monaca furono l’occasione per la nascita di una relazione che avrebbe prodotto una figlia, allevata nella famiglia degli Osio e l’omicidio di tre suore, una delle quali, Benedetta Omati, fu gettata in un pozzo. Proprio a Velate. Era il 1607. Più di duecento anni dovevano ancora passare prima che Manzoni, con garbo e morale adatta ai tempi, raccontasse la vicenda.
I personaggi manzoniani Gertrude ed Egidio condurranno ora tutti i visitatori sulla scia dei crimini di Giampaolo Osio, partendo da Monza e arrivando al celeberrimo pozzo. La novità è il racconto dell’estremo tentativo di Osio di sottrarsi alla giustizia, illustrato da proiezioni, reperti delle celebrazioni manzoniane, locandine di film, dischi d’epoca, pubblicazioni e una mappa con le tappe della fuga di Gian Paolo rimarcate da disegni a colori dell’artista velatese Gino Casiraghi. "Una grande occasione e un importante evento per il territorio", sottolinea l’assessore alla Cultura di Usmate Mario Sacchi.