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"Viaggio nella storia sindacale di Monza: Senza togliersi il cappello"

Lo spettacolo teatrale "Senza togliersi il cappello" ripercorre 130 anni di storia della Cgil Monza e Brianza, dal 1893 al 1945, attraverso la vita di Ettore Reina. Uno spettacolo fresco e disincantato che racconta il tessuto industriale di fine '800.

Senza togliersi il cappello. Il viaggio nella storia sindacale arriva al teatro Manzoni

"Senza togliersi il cappello". Così diceva spesso Giuseppe Di Vittorio, primo segretario nazionale della Camera del lavoro, e il suo intercalare ha dato il titolo allo spettacolo teatrale che ripercorre i 130 anni di attività della Cgil Monza e Brianza, che debutterà al teatro Manzoni di Monza giovedì 12 ottobre alle 21, regia di Davide Fossati.

Lo spettacolo si dipana attraverso la vita di Ettore Reina, segretario storico della Camera del lavoro di Monza e Brianza, testimone dell’eccidio di Monza del 1898, della prima e poi della seconda guerra mondiale. Il suo diario racconta avventure, incontri e storie di vita di Monza fino al 1926. Si aggiungono molti altri documenti, tratteggiando un quadro della Brianza dal 1° ottobre 1893, quando è stata fondata la Camera del lavoro, fino al 1945. Come spiega Fausto Longoni, sindacalista Cgil, settore artigianato, lo spettacolo è frutto di uno studio approfondito di 130 anni di storia della Cgil, a cura di Matteo Casiraghi (segretario della Camera del lavoro) e dello storico Giuseppe Maria Longoni, in una ricerca durata un anno e mezzo che analizza le 500 pagine di diario di Reina e successive ricerche storiche. Riporta alla luce il percorso della Camera del lavoro dall’antica sede in via dei Molini alle attuali 5 sedi (Monza, Vimercate, Cesano, Desio e Carate) oltre a 55 uffici periferici. "Lo spettacolo è il primo prodotto di Cgil costruito sul territorio a partire dalle fonti documentali – sottolineano Fausto Longoni e Davide Fossati (nella foto) autori e registi – dalla ricerca e analisi del materiale, produzione e sceneggiatura, delineando un ritratto fresco e disincantato del tessuto industriale di fine ‘800, fra tessiture e cappellifici, di cui si accenna nel titolo".

Claudio Cremonesi, attore professionista, veste i panni di Reina: "È interessante scoprire quanto sia attuale il messaggio di Reina, emergono gli stessi valori improntati all’unità dei lavoratori e alla necessità di una rappresentanza". I personaggi minori sono interpretati da sei giovani attori, dai 20 ai 22 anni, diplomandi all’accademia milanese Mohole, per cui questo lavoro servirà a redigere la tesi finale. Coinvolti nell’allestimento anche gli studenti del liceo artistico Nanni Valentini, mentre le maschere di scena sono di Enrico Mason, artigiano caratese.

Cristina Bertolini