DARIO CRIPPA
Cronaca

"Monza è cambiata così...": il vicequestore Angelo Re se ne va

Promosso a dirigente superiore ripercorre i suoi 12 anni in Commissariato

Il dirigente superiore Angelo Re

Il dirigente superiore Angelo Re

 

Monza, 19 marzo 2019 - A Monza da poliziotto ci ha passato più di 12 anni. Otto come dirigente dal 1992 al 2000, poi gli ultimi 4 anni e 8 mesi come vicequestore e primo dirigente del Commissariato di viale Romagna. E ora Angelo Giuseppe Re, 58 anni, se ne va. Appena promosso con la qualifica di dirigente superiore, è in attesa di conoscere la propria nuova destinazione: verosimilmente, una Questura. Nel frattempo, di acqua sotto i ponti a Monza ne è passata parecchia. Droga e immigrati hanno mutato il tessuto sociale della città. Le violenze (non solo domestiche) contro le fasce più deboli della popolazione, donne e ragazzine soprattutto, sono una emergenza. E un chiodo fisso di Angelo Re, che ha firmato alcune delicate inchieste. L’ultimissima, “Octopus”, ha portato all’arresto di un insospettabile ingegnere che si fingeva ginecologo per adescare ragazzine sui social. Un anno fa, aveva invece fatto arrestare un predatore sessuale di minorenni. "Non sopporto chi approfitta delle donne o delle ragazzine: i nostri agenti hanno lavorato molto su questo fronte e non è facile, spesso sono situazioni che ti lasciano dentro un segno".

Guai a chi si approfitta dei deboli...

"E a chi fa i soldi sulla povera gente: come nell’operazione Transitus, criminali che approfittavano dei profughi siriani".

Gli immigrati?

"Quando ho iniziato a Monza, in via Manzoni avevamo un ufficetto per i permessi di soggiorno. Nella sede di viale Romagna siamo stati costretti a organizzare un vero e proprio ufficio per rispondere all’emergenza. Negli ultimi anni a Monza abbiamo dovuto gestire il problema degli sbarchi e delle migliaia di richiedenti asilo che arrivavano anche nel territorio brianzolo".

Fronte droga? Dall’operazione “Sballo 2.0” a “Velarium”...

"Abbiamo ricostruito un fenomeno molto ampio, che riguarda tanti giovanissimi".

Delusioni?

"Abbiamo lavorato tanto sulla stazione ferroviaria o i giardinetti: la situazione è migliorata, ma il problema non è certo risolto".

Perché?

"Problemi complessi non hanno quasi mai soluzioni semplici. Anche nel campo dello sfruttamento della prostituzione: abbiamo avuto a che fare con tante prostitute giovanissime, ma purtroppo spesso è stato impossibile risalire con certezza all’identità dei loro sfruttatori, anche quando la sospettavamo".

Ordine pubblico?

"Oltre al Gran Premio di Formula Uno, in questi anni ci siamo trovati alle prese con grandi eventi organizzati nel parco, un luogo che non certo nato per questo, tanto più col pericolo terrorismo: dalla visita del papa (oltre 500mila spettatori) ad alcuni concerti che hanno portato in città fino a 85mila persone. Anche se non era scontato, ce la siamo cavata".

E il concerto di Justin Bieber?

"Qualcuno ha spruzzato spray al peperoncino, eppure siamo riusciti a uscirne solo con una ragazza con una prognosi di 3 giorni per una distorsione alla caviglia: visto cosa è accaduto in altre occasioni simili, è andata bene".

Che poliziotto ha voluto essere?

"Sempre per strada, a dare il buon esempio (è stato anche ferito negli scontri fra centri sociali e CasaPound, ndr). Ho sempre preteso il massimo rispetto anche per chi delinque, è il nostro compito. La polizia ha il 70% di gradimento in Italia. Spero che continueremo a meritarcelo, a Monza ci abbiamo provato".

A metà aprile arriverà la Questura...

"Sarà una grande sfida: un passaggio molto delicato in cui si dovranno creare ex novo degli uffici che prima non c’erano".

Siciliano di origine, moglie (funzionaria di polizia), due figli, cosa lascia a Monza?

 "Ho la consapevolezza di aver sempre tentato di fare il meglio a Monza: mi porterò un bellissimo ricordo di questa città, lavorare con piacere è un privilegio che auguro a tutti. E qui ho sempre potuto contare sulla grande collaborazione dei miei agenti, delle altre forze dell’ordine e della politica".