MARCO GALVANI
Cronaca

Villa Reale di Monza: anche il Bistrot dei Cerea ha le valigie pronte

Dopo il divorzio fra il concessionario e il Consorzio Villa Reale pure il ristorante degli chef stellati deve riconsegnare i locali

La famiglia “stellata“ dei Cerea

Monza, 9 gennaio 2021 - «Non sarà più possibile proseguire in Villa Reale? Un peccato, ma vorrà dire che andremo da qualche altra parte". Francesco Cerea non nasconde la sua amarezza davanti al divorzio tutt’altro che consensuale tra il concessionario Nuova Villa Reale Monza e il Consorzio di gestione della reggia.

La prossima settimana la formale riconsegna delle chiavi del corpo centrale della Villa ed entro quella data tutto dovrà essere smantellato. Compreso il bistrot che a dicembre 2019 era stato affidato a Vicook, società legata alla famiglia Cerea, tre stelle Michelin con il ristorante “Da Vittorio“ a Brusaporto, in provincia di Bergamo.

Doveva e poteva essere la grande occasione per realizzare in Villa Reale un polo di eccellenza grastronomico oltre che culturale, dopo il fallimento dell’esperienza con la ristorazione del gruppo guidato da Marcello Forti e poi con il gruppo romano Ottaviani che aveva creato la società ItMonza con Attilio Navarra, legale rappresentante della società Nuova Villa Reale Monza (costituita dal raggruppamento di imprese che aveva vinto il concorso internazionale per il recupero e la valorizzazione della Villa e dei giardini reali assicurandosi anche la gestione ventennale del corpo centrale della reggia restaurato nel 2014). E invece allo stato attuale tutto dovrà ripartire da capo.

«Per il momento è tutto congelato - chiarisce Francesco Cerea, responsabile della ristorazione esterna, dello sviluppo, del coordinamento e della supervisione di tutti gli eventi Da Vittorio oltre che artefice della superba Carta dei Vini Da Vittorio -. Abbiamo comunque confermato al Consorzio la nostra disponibilità a proseguire l’attività in Villa Reale, siamo in attesa di una risposta". Certo è che "trovo ingiusto negare la visibilità di mostre e di un edificio di così alto pregio alla gente. Dispiace perché questo patrimonio non è di nessuno, ma è un bene di tutti". E al di là dell’offerta culturale, anche il bistrot Vicook aveva già iniziato a ingranare, nonostante l’avvio dell’attività poche settimane prima dello scoppio della pandemia e del lockdown: "Questa estate abbiamo lavorato molto bene, soprattutto nei fine settimana".

Anche facendo i conti con tutte le restrizioni e le disposizioni per evitare gli assembramenti, contingentare gli ingressi e limitare i contagi: "Per ogni location c’è un ‘abito da indossare’". Quell’abito Vicook l’ha dovuto smantellare: tappeti, tende e tutto quello che era stato portato per abbellire il locale che unisce il cortile d’onore con i giardini della Villa, "lo abbiamo riportato alla casa madre". I nove lavoratori - 3 cuochi, camerieri, barman e direttore - sono a casa in cassa integrazione. Il loro futuro è appeso alla risposta del Consorzio.