Villasanta (Monza e Brianza) - «Sì, lo hanno trovato nei nostri scantinati. Sembra di essere al centro di una puntata di C.S.I.: sono mesi che vediamo arrivare poliziotti e scientifica, e dalla finestra delle nostre case vediamo quel campo in cui stanno cercando, attorno all’ecomostro… Ma chi abbia scritto quel biglietto ("So che hai ucciso un uomo, ti prenderanno", ndr ) e chi abbia lasciato un messaggio sulla scheda elettorale ("Per le forze dell’ordine. Ho ammazzato un uomo. È sepolto in cantiere area nord. Date lui sepoltura cristiana, vi prego", ndr ), proprio non lo sappiamo".
È l’argomento del giorno in buona parte di Villasanta, 14mila anime alle porte di Monza, il giallo del presunto omicidio e del cadavere sepolto nei campi dell’ex Villasanta Village, cantiere fermo da una quindicina d’anni a due passi dal Parco Valle Lambro. La boscaglia in quel terreno è intricata, ma in mezzo a frasche e cespugli ancora nello scorso week-end si aggiravano gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Monza, i colleghi della Scientifica, i cani molecolari. I carotaggi sono stati effettuati in due punti in particolare: dove l’esperto Dominic Salsarola, archeologo forense del Labanof e la botanica Giulia Caccia scelti dalla Procura hanno indicato i punti possibili in cui cercare: dove c’era erba fresca e dove c’era terra recente.
Al momento, le ricerche parrebbero però non aver avuto alcun esito. Intanto in via Fieramosca, dove sorge il complesso di due palazzi in cui è stato trovato alla fine di agosto il primo biglietto di avvertimento, c’è fermento.
Ottanta famiglie, mille interrogativi. Come alla trattoria “Ultima Spiaggia”, a pochi metri dal cantiere, dove viene sfamato ogni giorno un centinaio di avventori, soprattutto muratori impegnati nei cantieri della zona Nord del paese al confine con Arcore. Marco Serse, il titolare, pensa soprattutto ai costi della materia prima saliti con la crisi e al prezzo dei suoi menu. Ma al “Circulin”, altro nome della trattoria, si parla. Eccome. "Se andassero a vedere là sotto probabilmente troverebbero qualcosa: con tutti gli spacciatori che si vedono in giro, chissà cosa c’è". Il parroco di Sant’Anastasia, don Alessandro Chiesa, spera "che sia soltanto una bufala". Il suo sagrestano Giuseppe aggiunge: "I miei suoceri sono stati fra le persone sentite dalla polizia… ma ovviamente non sapevano nulla".
Del resto, al seggio 5 della scuola elementare Oggioni in piazza Daelli, dove è stata trovata la scheda elettorale incriminata (e un’impronta digitale ancora sotto esame), gli elettori iscritti erano 1.100. Di questi, a votare sono stati in 845 (412 maschi, 433 femmine): fra loro la rosa dei nomi “interessanti” secondo gli inquirenti è stata ridotta a una decina di persone. Il sindaco Luca Ornago allarga le braccia: "Noi siamo sempre stati a disposizione delle forze dell’ordine dal primo giorno, li abbiamo avvertiti subito dopo lo spoglio". Quell’area (53mila metri quadri, metà privati, il resto pubblico) è maledetta. La parte di proprietà dell’ex costruttore caduto in disgrazia Giuseppe Malaspina (arrestato per bancarotta fraudolenta e altri reati fiscali) era fallita ufficialmente nel 2015, ma di fatto non ci lavorava più nessuno già dal 2007.
Avrebbe dovuto sorgerci entro l’Expo 2015 un complesso con hotel a 9 piani, centro benessere con spa e piscina. Il curatore fallimentare sta provando a vendere tutto ma le aste finora sono andate deserte, nonostante la cifra richiesta sia scesa da 6 milioni a 1 milione e 300mila euro. "Nel piano regolatore abbiamo messo nuovi vincoli per renderla più appetibile, non sarà più adibita a edilizia commerciale e residenziale ma a servizi culturali o socio sanitari - precisa il sindaco -: palestre, Rsa, biblioteche… le possibilità sono molte, ma finora non si è fatto avanti nessuno. Ci sono anche due piani interrati in cemento armato che dovevano essere adibiti a parcheggi: non è facile, chi ci entra dovrebbe bonificare tutto".
All’edicola del centro in via Confalonieri Massimo Cerizza vede molto interesse e curiosità attorno alla vicenda fra i suoi clienti, "ma non si sa nulla". Lo storico gommista Dino Baretti Torosani ha poco da aggiungere, "è un mistero". Daniela, preoccupata da quando nell’ecomostro entravano ragazzini a caccia di avventure spericolate, ha votato nel seggio 6 alle ultime elezioni, "ma ricordo solo che c’era grande affluenza rispetto al solito, a mezzogiorno ho dovuto mettermi in coda, 30 minuti prima di votare. Chissà, in mezzo a noi magari c’era chi ha scritto di quell’omicidio”". Ultima parola a Mustapha e Adan, senegalese e togolese, addetti alle pulizie nella zona: "Mai visto nulla di strano". Alessandro passeggia col un grosso cane nei dintorni dell’ecomostro, "un palazzo di m… Chissà cosa c’è sotto".