BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Vimercate, vecchio ospedale blindato: sbarramenti e sentinelle contro vandali e sbandati

Incendi e continue segnalazioni di presenze abusive nell’edificio abbandonato hanno spinto l’Asst ad adottare misure drastiche in attesa della vendita dell’area

Ex ospedale di Vimercate

Ex ospedale di Vimercate

Vimercate (Monza) – Cartelli con il divieto di entrata, sbarramento degli accessi e vigilantes. Sono i tre pilastri del piano sicurezza per il vecchio ospedale di Vimercate. Misure che l’Asst Brianza, proprietaria del complesso abbandonato nel 2010 dopo il trasloco di medici e reparti a Oreno, metterà in campo a stretto giro per contrastare il vandalismo e i pericoli che la struttura in completo degrado attira. Le misure sono state presentate al Comune dal direttore generale, Carlo Tersalvi.

Era stato il sindaco, Francesco Cereda, dopo un paio di incendi all’interno del perimetro ospedaliero a chiedere di intervenire al più presto, "in particolare sul monoblocco e le vecchie Medicine". Per il primo cittadino "è stato uno scambio proficuo. Sarà piazzata una segnaletica per evitare l’ingresso a chi non è autorizzato, mentre sono allo studio soluzioni per proteggere le lunghissime mura di cinta. C’è anche l’intenzione di avviare un servizio privato di vigilanza per monitorare con più attenzione tutta l’area".

Cereda è soddisfatto del passo in avanti: "C’è disponibilità a intervenire. È importante che si lavori in questa direzione – aggiunge –. Tutto questo naturalmente in attesa che la vendita vada in porto e che il nuovo proprietario demolisca e riqualifichi". "Un incontro costruttivo che segna il metodo con cui noi e i Comuni dobbiamo affrontare i problemi: confrontandoci per superare le difficoltà", sottolinea Tersalvi.

Per voltare pagina definitivamente bisogna trovare un compratore, ma le aste finora sono andate deserte, nonostante il prezzo del comparto sia stato dimezzato: 11 milioni di cui uno per la bonifica, anziché i 20 stimati nel 2009. È sempre l’Agenzia delle Entrate ad avere stabilito anche stavolta la base da cui partire, ma il mercato non ci sta. Colpa, forse, di un recupero troppo oneroso che prevede un mix di funzioni pubbliche e private, uffici, negozi, boulevard, una piazza e la Casa della Comunità più grande della provincia insieme ad altri servizi sanitari.

Un progetto pensato per dare alla zona un’identità al passo con i tempi e con l’esigenza di potenziare terapie e cure su una superficie di 130mila metri quadrati complessivi, valore teorico 320 milioni, che vorrebbe lasciarsi il passato alle spalle. Oltre al vecchio monoblocco all’incanto, al centro dell’Accordo di programma che farà sorgere il nuovo quartiere modello, ci sono altre due aree private (70mila metri): la Cava Cantù, dove i lavori sono già partiti, e l’ex Consorzio Agrario. Per la parte pubblica, invece, per ora, niente da fare.