SONIA RONCONI
Cronaca

Violentata a Desio, 39enne trascinata e spogliata nel giaciglio per disperati a due passi dalla stazione

I 500 metri che separano la stazione dalla ciclabile della Valassina teatro della brutale aggressione. Dal pullman sbagliato alla discarica abusiva fino a una sterpaglia con i materassi dei senza tetto

A fianco alla pista ciclabile fra Desio e Giussano si nasconde una terra di nessuno malfrequentata e ridotta a discarica a cielo aperto

A fianco alla pista ciclabile fra Desio e Giussano si nasconde una terra di nessuno malfrequentata e ridotta a discarica a cielo aperto

DESIO – Un pullman sbagliato, il caldo, la difficoltà a ritrovare la strada, una terra di nessuno. L’incubo vissuto da una 39enne di Desio, aggredita lungo la Valassina da un bruto che ha tentato di violentarla, si consuma tutto nel giro di pochi metri, fra la stazione e la Valassina. Erano circa le 17 quando la 39enne è arrivata alla stazione che corre sopra un sottopasso. La donna ne è uscita scendendo dalle scale di ferro imboccando via Tagliabue che all’inizio è a senso unico andando per circa 500 metri verso il luogo in cui sarebbe andata in scena l’aggressione.

Ci sono due marciapiedi con un’unica carreggiata. Sulla sinistra, dove la donna camminava e ha incontrato un gruppo di stranieri fra cui il suo aggressore, l’erba è alta e per terra ci sono bottiglie di plastica e piccoli rifiuti. Sulla destra ci sono delle case. Camminando sulla sinistra c’è una palazzina di 6 piani, con piastrelle verdi e ci si ritrova su un piccolo marciapiede, piante di rose selvatiche rinsecchite.

Per terra, spuntano bottiglie di plastica, lattine e immondizia. Sulla sinistra si può girare in via Tittoni, c’è una piccola rotonda e si continua su via Tagliabue. Dopo la rotonda c’è il doppio senso di circolazione e la carreggiata diventa più stretta. Siamo a circa 250 metri dalla meta finale e sulla sinistra c’è un lava-asciuga self-service.

Proseguendo il cammino, si trovano una grande parcheggio e un grande edificio della protezione civile. A pochi metri, l’inizio della doppia pista ciclopedonale che va a Giussano. La donna ha camminato per circa 500 metri. Dopo circa 10 metri di pista ciclabile, sulla destra c’è un grande distributore Eni affacciato sulla Valassina. C’è un grande passaggio di macchine, che non scoraggiano però il bruto. Di certo, la donna è stata portata sulla sinistra, dove c’è una fitta selva in salita, mentre in basso passa la Statale 36.

C’è anche un ponte. Ed è alla sinistra di questo, che si trova più in alto e dove si estende una salita boschiva, che oltre una sterpaglia incolta si apre una vera discarica a cielo aperto. Immondizia di ogni genere, bottiglie, buste, profilattici. Addirittura, ci sono materassi semibruciati, in alto, dove c’è un’area piana e nascosta. Dal basso è impossibile da individuare. Dalle sue condizioni, pare un giaciglio per senza tetto, ubriachi o tossicodipendenti. Sicuramente è questo il punto in cui la 39enne è stata denudata e quasi violentata. Ci si chiede come sia stata spinta fin qui, una strada chiusa tanto fatiscente a 100 metri dagli abitati più vicini. Con l’inganno o con la forza.