Monza, 16 febbraio 2016 – Due violenze sessuali, almeno. Il solito refrain: “sono un agente di modelle, posso cambiare la tua vita”. E poi l'abboccamento, che si concludeva invariabilmente con una violenza sessuale: in un campo e in un cantiere edile abbandonato. Il violentatore seriale – e la Polizia fa appello a eventuali altre vittime rimaste nell'ombra – era un milanese di 43 anni,
Luca Campedelli, “Gianluca” il nome con cui si presentava. Un mucchio di precedenti penali (dalle minacce allo stalking nei confronti della sua ex alla circonvenzione di incapaci, visto che aveva sottratto soldi a una sorella cieca), ha un profilo inconcepibile: niente lavoro, niente casa, viveva come un clochard, accampato in uno scantinato a Sesto San Giovanni, dove peraltro aveva commesso le due violenze sessuali accertate.
In entrambi i casi ai anni di donne italiane sulla quarantina di bell'aspetto, psicologicamente fragili, alla caccia disperata di un lavoro, ovviamente nel campo dello show business.
La prima, nel 2014, incrociata in lacrime dopo un colloquio di lavoro andato male in corso Buenos Aires a Milano e convinta a partecipare a un improbabile casting per un film hot che le avebbe spalancato le porte delle sfilate. La seconda, scovata su un social network nel 2015. Entrambi casi finiscono in mano agli agenti del Commissariato di Polizia di Monza, che notano le somiglianze, indagano e vanno a sorprendere il bruto alla mensa dei poveri a Milano dove mangiava tutti i giorni. E lo arrestano per violenza sessuale.