Monza – Cercasi Genio disperatamente. Massimiliano “Max” Laudadio è qualcosa di più dell’attore in prestito al giornalismo d’inchiesta che s’affaccia ogni sera nelle case degli italiani dallo schermo di “Striscia la notizia”. E l’idea di uscire dalla lampada di “Aladin” lo emoziona come un ragazzino. In bilico tra William Shakespeare e il Gabibbo, infatti, l’interprete pistoiese debutta domani sera al Teatro Manzoni di Monza nel ruolo che bramava da 14 anni accanto a Eugenio Grandi e Angela Ranica, che impersonano lo stesso Aladin e di Jasmine, ma anche di Alessandro Gaglio, Jafar, Alessandro Casaletto, Jago, Federico Della Sala Aabu.
Scritto nel 2010 da Stefano D’Orazio e musicato assieme agli (ex) compagni, “Aladin” torna a raccontare le sue leggiadre notti d’Oriente con la regia di Luca Cattaneo, le coreografie di Ilenia De Rosa, la direzione musicale di Enrico Galimberti e gli effetti speciali del Mago Casanova. Dopo la prova generale di questa sera a Villadossola e la prima monzese di domani, lo affronta sei mesi di tournée che lo vedono transitare pure a Mantova il primo dicembre, Cremona il 6 gennaio, Brescia il 2 febbraio, Lovere il primo marzo, Varese l’8, Busto Arsizio il 9. Gran finale il 17 e 18 maggio al Nazionale di Milano.
Max, per lei questa riedizione di “Aladin” rappresenta un cerchio che si chiude.
“Direi proprio di sì, visto che mi feci avanti per vestire i panni del Genio già nel 2010, ma, arrivato al ‘call back’ finale con Roberto Ciufoli… Scelsero lui. Quando mi ha chiamato la Compagnia dell’Ora per questa nuova versione ho temuto che fosse solo per il nome in cartellone, ma Cattaneo & Co. hanno tenuto a precisare che sapevano del provino e che era arrivato il mio momento”.
Torna al teatro dopo una ventina d’anni. Le esperienze più significative?
“Il ruolo del gentiluomo veronese Petruccio ne ‘La bisbetica domata’ è un ricordo importante, perché usavamo le ville del Fai come scenografia e in ogni sede provavi un’emozione diversa. Pure il musical ‘Studio 54’ me lo porto nel cuore, al di là del successo clamoroso riscosso al Nuovo di Milano, per la partecipazione diretta del pubblico che ad un certo punto trasformava il teatro in una discoteca”.
Sul palco si sente il vuoto lasciato da due pilastri della versione del 2010 come Stefano D’Orazio e Manuel Frattini?
“No, perché sono entrambi molto presenti. E credo pure felici di vedere, da lassù dove si trovano, il ritorno in scena di una loro opera che ha fatto sognare tanti bambini, tante famiglie. In fondo le favole servono a questo, a creare meraviglia. Non solo per la messa in scena, ma anche per la scia di sogni e desideri che si portano dietro”.
Contemporaneamente al tour, prosegue l’impegno in tv.
“Beh, ‘Striscia’ ha in calendario 220 puntate a stagione, questo significa un impegno continuo di nove mesi. Concentrando le repliche prevalentemente nel fine settimana, il tour mi consente di portare avanti entrambi gl’impegni. Quindi, dal lunedì al giovedì continuerò a fare il lavoro per cui sono riconosciuto ormai da tanti anni e gli altri giorni li dedicherò al musical”.
Ma tra l’inviato e l’attore chi è a prevalere?
“Nessuno dei due. Di saper fare giornalismo d’inchiesta lo dimostro da 23 anni, mentre il saper recitare, cantare e ballare devo dimostrarlo in questo tour. L’importante è farlo bene. Da perfezionista maniacale quale sono, mi preparo al ruolo del Genio da giugno. Non so se sarò all’altezza, ma comunque vada avrò dato il massimo”.
Un musical da interpretare assolutamente?
“Non uno, ma due. ‘Frankenstein Junior’, per il quale ho fatto pure i provini con la Compagnia della Rancia nella speranza d’interpretare Igor (ma pure in quell’occasione scelsero l’altro), e poi ‘The greatest show’ il musical liberamente tratto dal film con Hugh Jackman ‘The greatest showman’”.