DARIO CRIPPA
Cultura e Spettacoli

Orgoglio brianzolo negli Usa: Michele Spotti dirigerà la Traviata a New York

Il trentunenne di Cesano Maderno è stato chiamato dal Metropolitan House, uno dei teatri d’opera più popolari al mondo: “Quando mi è stata ufficializzata la chiamata ho provato un tuffo nello stomaco, non è un punto d’arrivo ma una tappa importante dopo tanto lavoro”

Michele Spotti, classe 1993, è anche direttore musicale dell’Opéra di Marsiglia

Michele Spotti, classe 1993, è anche direttore musicale dell’Opéra di Marsiglia

Cesano Maderno, 24 febbraio 2025 – Quando debuttò, a 23 anni, era considerato uno dei più giovani e promettenti direttori d’orchestra in circolazione. Ma che avrebbe raggiunto un risultato simile, forse, non avrebbe osato nemmeno immaginarlo. Perché nella vita di qualsiasi direttore d’orchestra approdare a un palcoscenico del genere è un sogno. È stato annunciato ufficialmente l’altro giorno dalla direzione del Met, il Metropolitan House di New York, che Michele Spotti da Cesano Maderno, 31 anni, salirà su quel podio il 24 maggio 2026, per una delle opere più amate al Mondo: la Traviata di Giuseppe Verdi

“Una grande emozione, sono felicissimo... da quando ho iniziato a fare questo mestiere sognavo di mettere un giorno piede in un posto così, per un direttore italiano arrivare al Metropolitanan è un onore e un privilegio”.

Ha già calcato palcoscenici prestigiosi, dal San Carlo di Napoli all’Arena di Verona, da Tokyo a Vienna…

“E ora arrivare in uno dei re dei teatri d’opera è il frutto della fatica fatta in questi anni, quando mi è stato ufficialmente comunicato ho provato un tuffo nello stomaco”.

Anni fa, disse che aveva deciso di fare il direttore guardando Fantasia di Walt Disney.

“Rimasi affascinato dalla magia del direttore d’orchestra. Quella ricevuta da New York è stata una grande chiamata... non certo un punto di arrivo, ma un punto importante dopo tanto studio. La vita del direttore può essere pesante, momenti come questo sono un “buster“ per approcciare questo lavoro con ancora più voglia”.

Come sarà la sua Traviata?

“È uno dei lavori più intimi di Verdi, l’unico in cui l’azione si svolge interamente al chiuso.

Il Met è un grande teatro, anzi il più grande, e so che si potrà fare quello che la Traviata – opera intima e complessa – impone”.

In Italia il teatro per antonomasia però è la Scala...

“E ad aprile metterò piede per la prima volta anche lì, dirigerò la Filarmonica della Scala per il Salone del Mobile con un programma in cui torneranno anche alcune arie della Traviata, un’opera che mi accompagnerà nei prossimi anni”.

Sempre in giro, dove vive?

“Dopo 7 anni in Sicilia, sono tornato nella mia Cesano Maderno. Sono molto legato a questa città e a questo territorio un cui sono nato e cresciuto. E che mi ha dato tanto, ripenso alle primissime esperienze quando suonavo il violino alla Civica Accademia di Cesano Maderno”.

La dimostrazione che i sogni si possono avverare.

“Ci ho sempre creduto, bisogna credere in se stessi anche se è importante tenere i piedi per terra. Sto vivendo un sogno da cui spero di non dovermi svegliare mai”.

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Tradizione brianzola nel sangue, stirpe di legnamé (il nonno era falegname).

“Ho una famiglia che devo sempre ringraziare, mia moglie Francesca e i nostri due bambini, Davide di 3 anni e Riccardo di 9 mesi... non a caso sono pieno di ‘muco’ (ride) perché i bambini ti portano a casa di tutto ma è bello così... la famiglia ti dà quella stabilità fondamentale in un mestiere in cui si è sempre sotto pressione”.

È un grande appassionato di calcio, appena “finito“ con una Traviata a Palermo festeggiò la vittoria dell’Italia agli Europei dirigendo l’Inno di Mameli. E tifa Juventus...

“La Juve… che pena ma è una fede che non ti abbandona mai. E spiace anche per il Monza, che non se la sta passando bene, simpatizzo per i biancorossi, mia seconda squadra. Tranne quando incontra la Juve...”.