BAR.CAL.
Economia

Candy, il sindacato chiede garanzie: “Ora investimenti e occupazione”

All’indomani dell’audizione in Regione, l’attenzione si concentra sulla riconversione del sito di Brugherio. La produzione si fermerà il 30 giugno per fare posto all’hub della logistica con 50 dipendenti in meno.

Candy, all’indomani dell’audizione in Regione, l’attenzione si concentra sulla riconversione del sito di Brugherio

Candy, all’indomani dell’audizione in Regione, l’attenzione si concentra sulla riconversione del sito di Brugherio

"La Regione Lombardia vigilerà, ma adesso servono garanzie su investimenti e occupazione". I sindacati sulla riconversione della Candy a Brugherio dalla produzione di lavatrici ad hub della logistica non hanno dubbi: alle parole devono seguire i fatti.

"Il Pirellone supporterà il progetto attraverso l’assessorato allo Sviluppo economico e quello delle Politiche attive del lavoro – spiega Pietro Occhiuto (nella foto in basso), segretario della Fiom-Cgil Brianza –. Passi importanti, ma non bastano: ci vogliono impegni concreti e risposte immediate".

I metalmeccanici hanno detto con chiarezza in Commissione Attività produttive al Pirellone che non accetteranno soluzioni che "mettano a rischio i dipendenti".

"Per questo – aggiunge il segretario della Fiom-Cgil Brianza – abbiamo chiesto garanzie su due aspetti fondamentali: risorse certe per gli investimenti che escludano che il cambiamento sia solo una riduzione mascherata delle attività e tutti gli ammortizzatori sociali disponibili per tutelare il lavoro e il reddito di chi è coinvolto. Non ci accontentiamo di generiche dichiarazioni d’intenti: vogliamo certezze, tempi chiari e impegni scritti".

"Il futuro del sito e del personale devono essere una priorità per tutti. All’incontro c’erano anche Provincia e Comune, segno che questa vertenza riguarda l’intero territorio – sottolinea Occhiuto –. Ora, occorre una vera assunzione di responsabilità da parte di tutti: l’azienda, la Regione e le istituzioni locali devono garantire che nessuno venga lasciato indietro".

Al centro, la metamorfosi del polo brianzolo che per la proprietà cinese, Gruppo Haier, è destinato a cambiare pelle: da produzione a logistica. A causa del calo degli ordini, il 30 giugno, dopo 64 anni di attività, dalle linee italiane uscirà l’ultima lavatrice della storia. E dopo un periodo di chiusura di qualche mese, lo stabilimento diventerà service hub di respiro europeo. Ma per i 50 esuberi previsti - sui 160 dipendenti della fabbrica - "il futuro è ancora incerto".

Accanto al centro logistico che si occuperà di ricezione, stoccaggio, confezionamento, programmazione delle schede e della spedizione, sarà mantenuta una produzione legata alla componentistica e si aggiungerà un’attività di rigenerazione degli elettrodomestici che punta a valorizzare le competenze acquisite negli anni a Brugherio.

La riorganizzazione degli spazi comincerà a luglio. Un quadro troppo incerto per i sindacati che vogliono vederci chiaro. "Non abbasseremo la guardia – conclude Pietro Occhiuto –. Verificheremo che ogni promessa si traduca in azioni reali e continueremo a batterci per la difesa dei posti di lavoro e dei diritti degli operai".