GABRIELE BASSANI
Economia

Crisi della storica azienda di maniglie Valli, la proprietà in Regione: "Azienda impossibile da salvare"

I vertici di Asso Abloy Italia: persi 2 milioni dall’inizio dell’anno, le istituzioni cercano una soluzione

Crisi Valli, la proprietà in Regione: "Azienda impossibile da salvare"

Nel 2008 l’azienda produttrice di maniglie è passata alla multinazionale svedese che in Italia conta 141 dipendenti in 4 sedi su 58mila dipendenti complessivi nel mondo

Renate (Monza e Brianza) – Da una parte sindacati, sindaco di Renate, presidente della Provincia, consiglieri regionali che chiedono tempo, dall’altra l’azienda che sostiene che di tempo non ce n’è più e che la storica azienda di maniglie Valli deve chiudere entro fine anno, perché ha perso 2 milioni di euro sugli 8 di fatturato solo nell’ultimo anno. Ieri mattina in Regione Lombardia si è svolta l’audizione di fronte alla IV commissione Attività produttive, come richiesto con urgenza dai consiglieri Alessandro Corbetta (Lega) e Gigi Ponti (Pd) non appena è stata annunciata ufficialmente la decisione dell’attuale proprietà Asso Abloy Italia di chiudere lo storico stabilimento di Renate, che proprio quest’anno ha compiuto 90 anni e dove sono attualmente al lavoro 38 persone.

Da un lato l’esigenza di avere tempo a disposizione per trovare soluzioni alternative per i lavoratori ancora lontani dalla pensione, dall’altro l’azienda italiana, 141 dipendenti in tutto in 4 sedi, che risponde ad un gruppo multinazionale svedese con 58mila dipendenti complessivi. "Comunicare con maggiore anticipo la decisione di chiudere uno sito produttivo in una realtà complessa come la nostra era semplicemente impossibile", hanno replicato i dirigenti di Asso Abloy Italia a quanti, dal tavolo della commissione, li accusavano di avere aspettato l’ultimo momento per rendere pubblica la loro decisione.

"Ma non si può dire che sia stato un fulmine a ciel sereno: l’azienda faceva cassa integrazione da cinque anni, è stata rilevata nel 2008 con 200 dipendenti, ora ne ha 38, la situazione era piuttosto chiara e da parte nostra c’è sempre stata massima correttezza e collaborazione con i lavoratori, anche agevolando come già fatto in passato e come intendiamo fare nelle prossime settimane, l’eventuale passaggio a destinazioni alternative".

In audizione, il sindaco di Renate Claudio Dozio ha detto di avere avviato contatti con imprese che sarebbero interessate a rilevare il sito produttivo. Secondo Gigi Ponti, la gestione della multinazionale svedese avrebbe portato ad erodere i ricavi in un mercato che, al contrario si mantiene florido e ora "c’è il rischio di veder finire il marchio e gli strumenti operativi in Cina, con tutte le conseguenze che ciascuno già può immaginare. Proprio per questo motivo ho chiesto un incontro con l’assessore allo sviluppo Economico Guido Guidesi: è fondamentale fare il punto della situazione e verificare cosa la Regione possa fare, in un caso così importante".

Per Alessandro Corbetta è positiva la partecipazione al confronto di tutte le istituzioni e della proprietà. "Occorre considerare ogni opzione possibile, fra cui potrebbe esserci l’acquisto da parte di terzi del ramo d’azienda, soluzione che potrebbe consentire di continuare sia con il marchio che con la produzione –aggiunge –. È essenziale che la proprietà si renda disponibile per incontri mirati sul tema della continuità aziendale, insieme all’assessore regionale allo sviluppo economico Guidesi, per sondare le misure che in merito Regione Lombardia può mettere in campo". Da Corbetta anche la richiesta all’azienda di collaborare con Regione per la salvaguardia dei dipendenti ed eventualmente rendersi disponibile ad aiutare i lavoratori ad affrontare il futuro "nel caso in cui non ci fosse altra soluzione rispetto alla chiusura".