GABRIELE BASSANI
Economia

Electrolux, sciopero lampo degli operai contro la “cassa” a sorpresa. Cosa succede ora

Solaro, nonostante gli accordi con i sindacati l’azienda ha deciso in maniera unilaterale: da lunedì orario di lavoro ridotto di due ore. La Rsu pronta a nuove forme di protesta

Una impiegata alla Electrolux

Una impiegata alla Electrolux

Sciopero immediato contro la decisione unilaterale dell’azienda di introdurre la cassa integrazione con riduzione d’orario da settimana prossima alla Electrolux di Solaro. Venerdì sindacati e azienda si erano lasciati dopo un tavolo di discussione con la prospettiva di cercare un accordo sulle modalità di introduzione della cassa integrazione, ma ieri mattina la direzione aziendale ha comunicato ai sindacati la decisione presa: da lunedì prossimo nella fabbrica di lavastoviglie di Solaro scatterà la riduzione di orario, con 6 ore lavorate e 2 di cassa integrazione ordinaria.

Una prospettiva che i sindacati contestano, pur comprendendo le ragioni della cassa integrazione legata al crollo delle previsioni di volumi produttivi. Per Fiom, Fim e Uilm è preferibile introdurre il sistema della “settimana corta“, rinunciando ad un’intera giornata lavorativa settimanale, anziché a 2 ore di lavoro ogni giorno. Ma evidentemente l’azienda preferisce l’altra soluzione, sulla quale - spiegano i sindacati - ha dei risparmi per questioni tecniche legate alle pause e alla mensa.

«La Rsu di Fiom, Fim e Cisl condanna questa decisione unilaterale dell’azienda e indice immediatamente 15 minuti di sciopero per tutti a fine di ogni turno di lavoro", si legge nel comunicato diffuso a metà pomeriggio di ieri dalle organizzazioni sindacali, che già venerdì, dopo l’ultimo incontro, avevano rimarcato la necessità che "alla riduzione dei costi devono partecipare tutti, struttura aziendale compresa e come abbiamo già detto più volte, devono dare l’esempio per primi".

Con questa nuova forzatura da parte della direzione aziendale si fa sempre più evidente la spaccatura tra operai e dirigenti nella fabbrica, che fino a qualche mese fa vantava un elevato livello di qualità delle relazioni sindacali, oggi compromesso. Dopo la decisione dello “sciopero lampo“ di ieri, i sindacati si riservano di prendere nuove decisioni per i prossimi giorni, con l’obiettivo di far cambiare idea all’azienda, ricordando l’accettazione di un aumento di produttività dei lavoratori con la riorganizzazione delle linee che però oggi sembra passare in secondo piano di fronte alla previsione di volumi che, già ridotta a inizio anno a 658mila pezzi, è stata ulteriormente ritoccata al ribasso, arrivando a 644mila pezzi all’anno.