GABRIELE BASSANI
Economia

La cassa sta per finire, la crisi no: Electrolux studia altri risparmi

Orario a giornata al posto dei turni di produzione, chiusure collettive, ripristino dei contratti di solidarietà. Questo il quadro delineato sullo stabilimento di Solaro, dove è prevista una frenata sugli investimenti

T15MC01_A

Nuovi venti di crisi sul settore degli elettrodomestici, che ha perso il 19% in due anni. Il confronto dei rappresentanti dei lavoratori con la Electrolux proseguirà il 17 ottobre

Solaro (Monza e Brianza) – Orario di lavoro “a giornata“, chiusure collettive, ripristino dei contratti di solidarietà e frenata sugli investimenti. Questo il quadro delineato anche per lo stabilimento Electrolux di Solaro, dove sono al lavoro complessivamente 644 persone, di cui 525 operai per la produzione di lavastoviglie, nel corso del confronto tra azienda e sindacati dell’altro giorno a Mestre.

“A Solaro si sta avvicinando il limite di utilizzo della cassa integrazione ordinaria con sole 8 settimane disponibili, per cui in sostanza si rende necessario passare ad altro strumento”, spiega una nota diffusa da Fim, Fiom e Uilm nazionali. Da aprile a settembre sul totale degli stabilimenti Electrolux in Italia sono usciti 46 impiegati e quadri con gli incentivi previsti dall’accordo sindacale e 68 operai, su un totale di 168 esuberi dichiarati , facendo scendere il totale degli occupati del Gruppo in Italia a 4502. La direzione sta ipotizzando di passare dai turni ad un orario a giornata anche a Solaro, così come a Porcia (Pordenone), mentre a Cerreto d’Esi (Ancona) e a Forlì questa modalità è già stata introdotta. Questo porterà una riduzione di costi per l’azienda, ma anche una possibile riduzione di salari per i dipendenti, con la rinuncia ad alcune indennità.

Sarà poi più semplice introdurre delle fermate collettive, con settimane corte quando necessario. Tutto questo per rispondere ad un drastico calo della domanda di elettrodomestici in tutta Europa (-19% in due anni) con le vendite complessive passate dai 99 milioni di pezzi nel 2021 ai 78,5 milioni con cui chiuderà il 2024. Se la situazione più critica è quella dello stabilimento di Cerreto d’Esi, nelle Marche, dove si producono cappe d’aspirazione per le cucine, anche a Porcia (lavabiancheria) e Solaro (lavastoviglie) i segnali sono preoccupanti con una sensibile perdita di volumi e riduzione di investimenti da parte della proprietà.

Di qui l’ipotesi dello stesso uso d’orario a giornata con chiusure di giornate in contratto di solidarietà difensiva (12 mesi), con eventuali due turni quando necessario per periodi in caso di volumi aggiuntivi. “Abbiamo iniziato il confronto, chiedendo criteri di rotazione del personale rigorosi ed equi, periodi di preavviso più lunghi per i cambiamenti di orario, nonché maggiore chiarezza in alcuni passaggi a nostro avviso ambigui che potrebbero essere interpretati in modo lesivo dei diritti dei lavoratori”, spiegano i sindacati. Il confronto dei rappresentanti dei lavoratori con la Electrolux proseguirà il 17 ottobre.