BARBARA CALDEROLA
Economia

Peg Perego in crisi, per scongiurare cento licenziamenti ad Arcore i sindacati fanno appello alla Regione

“Non solo ammortizzatori ma anche rilancio”: è quanto hanno chiesto i rappresentanti al Pirellone. Il colosso dei passeggini sconta la concorrenza asiatica e l’inverno demografico

La fabbrica della Peg Perego

Nella fabbrica di Arcore lavorano 263 dipendenti: il 40% rischia di perdere il posto

Arcore (Monza e Brianza) – “Non solo ammortizzatori, ma anche rilancio”. Sindacati e lavoratori della Peg Perego provano a invertire la serie negativa del colosso dei passeggini e dei giocattoli di Arcore in crisi da anni. Questo hanno chiesto martedì alla Regione. Ma bisogna fare in fretta perché all’orizzonte c’è uno snodo che fa paura: a marzo la dotazione di ammortizzatori sociali sarà conclusa e per 104 su 263 dipendenti, il 40% del personale, si profila il licenziamento. Per i metalmeccanici è il Pirellone che deve guidare la rinascita.

“Non solo produzioni cinesi per risparmiare, ma prospettive realistiche di crescita - dice Adriana Geppert della Fiom-Cgil Brianza -. Serve un piano industriale sostenuto da investimenti pubblici a supporto del ‘Made in Italy’ per l’innovazione di processo e di prodotto da sviluppare nello stabilimento di Arcore: solo così difendiamo l’occupazione”.

È la ricetta delle sigle per interrompere i problemi che vanno avanti dal 2018 fra calo della natalità e concorrenza della fabbriche all’ombra del Dragone. E il fatturato è lo specchio delle difficoltà, l’anno scorso è sceso a 55 milioni: -23% e per uscire dall’impasse il gruppo vorrebbe acquistare alcune lavorazioni in estremo Oriente. Fra le misure da mettere in campo anche una nuova tranche di cassa integrazione “per sostenere operai e processi di riqualificazione”.

Il confronto prosegue al tavolo aperto da Palazzo Lombardia sulla vertenza, nei prossimi giorni si terrà un incontro con l’impresa per valutare gli strumenti a disposizione del salvataggio. Le istituzioni, in Commissione c’era anche il Comune, promettono aiuto non solo per tenere in vita, ma anche per consegnate al futuro il marchio fondato in città nel 1940 da Giuseppe Perego, ex disegnatore delle acciaierie Falck. In poco tempo Peg è diventata uno dei testimoni più importanti dello stile italiano nel mondo anche grazie a una forte spinta all’innovazione.

Fu la prima azienda del Paese a utilizzare il tessuto gommato al posto della lamiera e dei vimini per fare viaggiare i bambini. L’espansione seguì da vicino quella di una società giovane che, uscita dalla guerra sulla spinta di un benessere più diffuso, riprese a fare figli. Il picco delle nascite fra il 1962 e il 1965 fecero da volano alle vendite. Oggi il quadro è opposto, inverno demografico, e la sfida è impegnativa. Ma Fim e Fiom non hanno dubbi: “Con la strategia giusta si può fare”.