BARBARA CALDEROLA
Economia

St e la class action negli Usa: i sindacati chiedono garanzie

La preoccupazione di Fiom, Fim e Uilm sul sito di Agrate: si rischia una crisi aziendale imminente. L’appello al governo perché “batta un colpo, ha il 27% delle azioni, controlli cosa sta succedendo”

Secondo i sindacati ad Agrate le strategie sul 300mm sono vaghe e prive di quello slancio industriale che potrebbe garantire la piena occupazione

Secondo i sindacati ad Agrate le strategie sul 300mm sono vaghe e prive di quello slancio industriale che potrebbe garantire la piena occupazione

Agrate (Monza e Brianza) – La class action negli Stati Uniti per il buco nascosto nei bilanci di St rimbalza in Italia e in Brianza. I sindacati sono sul piede di guerra: “Il governo, azionista del colosso dei chip, batta un colpo – dice Pietro Occhiuto, segretario di Fiom Cgil-Brianza –. Chi controlla i manager? L’anello debole della catena di disattenzione che ci ha portati qui sono i lavoratori. E noi vogliamo garanzie sul loro futuro e su quello del sito di Agrate”. Stessa preoccupazione per Massimiliano Nobis, alla guida della Fim nazionale: “Da settimane puntiamo il dito sulla gestione degli ultimi anni”. Anche per Giuseppe Caramanna di Uilm “il rischio di una vera e propria crisi aziendale è imminente”.

Tutti chiedono l’intervento dell’esecutivo “per fare chiarezza. In gioco in Italia ci sono quasi 13mila posti di lavoro, dei quali più di 5mila in Brianza. Aspettiamo l’incontro da dicembre”. Al centro della bufera, le testimonianze Oltreoceano di ex manager della multinazionale dei semiconduttori raccolte dagli investitori americani per promuovere la causa contro il ceo Jean-Marc Chery e il direttore finanziario Lorenzo Grandi: l’ipotesi è che abbiano nascosto le difficoltà per tenersi la fiducia del mercato, fino al crollo in Borsa. “Se le notizie fossero confermate, bisognerebbe ridimensionare chi ha portato a questa situazione di incertezza con scelte sbagliate e investimenti di dubbia efficacia – aggiunge Caramanna –. Gli esempi preoccupanti non mancano: ad Agrate le strategie sul 300mm sono vaghe e prive di quello slancio industriale che potrebbe garantire la piena occupazione, se non a scapito del 200mm. Stesso discorso a Catania per lo stabilimento Campus Sic nato soprattutto per produrre batterie per auto elettriche”.

Manager sotto accusa. “Dubitiamo – chiarisce Nobis – che abbiano competenze adeguate a strutturare e realizzare un piano industriale che in 5 anni dovrebbe raddoppiare il fatturato, quando non sono riusciti a prevedere un calo di 4 miliardi nel giro d’affari nel giro di quattro mesi”. E le previsioni per il 2025 non fanno che acuire i problemi. “Un’altra riduzione del 24,4% a 2,51 miliardi, rispetto al primo trimestre 2024 e del 27,6% a confronto con l’ultimo trimestre dell’anno scorso”.

Numeri che arrivano “dopo le presunte gravi dichiarazioni fuorvianti” del board di St sulle previsioni di andamento 2023 e 2024. “Per policy aziendale consolidata non commentiamo le controversie legali in corso”, fa sapere la multinazionale.