Monza – Il martedì di Adriano Galliani è quello del riposo dopo una campagna elettorale partita in sordina, ma che nell’ultima settimana ha toccato ritmi frenetici.
"Non appena arriverà la comunicazione ufficiale da parte della Prefettura andrò in Senato e inizierò a lavorare", ha detto ieri mattina. E il lavoro non manca. "Mi sono accorto andando in giro che Monza ha più problemi di quanti ne immaginassi", aveva confidato il giorno prima commentando la vittoria.
Se per Galliani la campagna elettorale è finita, in Brianza se ne apre una nuova per i partiti: l’anno prossimo si tornerà a votare per eleggere il sindaco e il consiglio comunale in 30 dei 55 municipi, e già a febbraio centrodestra e centrosinistra si confronteranno sull’elezione, questa volta indiretta (votano solo gli amministratori comunali) del presidente e del consiglio provinciale. Le grandi manovre in qualche comune sono già iniziate. I più grandi, dove è previsto il doppio turno con ballottaggio nel caso in cui nessuno vinca con la maggioranza assoluta, sono Agrate Brianza, Besana, Bovisio Masciago, Concorezzo, Giussano e Muggiò.
Il centrodestra, galvanizzato dalla vittoria alle elezioni suppletive per il Senato di domenica e lunedì, punta a una formula cara all’ultimo centrosinistra: il campo largo per cercare di ribaltare le sorti in qualche comune dove sta all’opposizione, da Bellusco a Muggiò, o mantenere la leadership in realtà come Concorezzo e Giussano o Misinto, dove i sindaci (leghisti nei primi due casi, forzista nel terzo) sono al primo mandato.
"Nei comuni meno popolosi faremo un discorso di squadra, oltre che di partito, abbracciando anche le civiche. Come Forza Italia vogliamo fare il collante del centrodestra – spiega il commissario coordinatore provinciale azzurro Fabrizio Sala –. Vogliamo realizzare il campo largo del centrodestra, coinvolgendo i simpatizzanti. In questa fase stiamo facendo il tesseramento. Sicuramente è importante, ma conta anche il voto di opinione". Un esempio è il caso di Misinto, comune di origine di Sala, retto dal centrodestra con il sindaco Matteo Piuri. "Qui ci sono persone che fanno parte dell’amministrazione che non sono tesserate, ma che partecipano alle riunioni di Forza Italia – continua Sala –. Ho intenzione di mantenere questa abituidine. Poi magari in futuro si tessereranno". Una nuova stagione rispetto a quella del berlusconismo, appena confermata dall’elezione del braccio destro del Cav, Adriano Galliani? "Il berlusconismo in questo momento non è in antitesi con l’apertura ai simpatizzanti. Ocorre allargare a un movimento di idee, l’idea è quella di un partito molto aperto".
Quella del campo aperto resta la formula cara al centrosinistra, vincitore un anno fa a Monza. Il Pd ha rinnovato le cariche solo 15 giorni prima delle elezioni suppletive, trovandosi a gestire tutta la questione dell’appoggio a Marco Cappato con i mal di pancia della base della prima ora. "In poche settimane e di fronte ad un quadro iniziale complicato, con la comunità del Pd ci siamo attivati in ogni comune e consegnato le nostre battaglie su lavoro, sanità e mobilità alla candidatura di Marco Cappato, che ringrazio per aver raccolto le nostre istanze e aver combattuto con generosità. Emerge un risultato che complessivamente non ci soddisfa, immaginavamo un percorso diverso per questo territorio in grado di valorizzare la nostra classe dirigente e siamo consapevoli che il lavoro da fare è tanto. Ago e filo ora dovranno servire per ricucire la distanza tra le persone sfiduciate (non ha votato l’81%) e la nostra proposta alternativa che ha al centro la giustizia sociale e ambientale", dice il neosegretario provinciale dem, Lorenzo Sala.
Guardando le prossime elezioni comunali, "bisognerà partire dalle realtà locali, facendo raccordo con le forze del centrosinistra ma anche con le altre realtà civiche, che per noi sono un pezzo importante – continua Sala –. Cercheremo di portare avanti l’intera coalizione in un gioco di squadra maggiore". Il primo banco di prova saranno le provinciali di febbraio. "Sono elezioni di secondo livello, ma anche in questo caso è fondamentale partire con un Pd promotore di un contatto con tutte le realtà del centrosinistra allargandolo al civismo. La candidatura di Cappato è arrivata con un altro percorso, il sindaco di Monza ha espresso una sua posizione, ma i nostri circoli si sono attivati per la sua campagna elettorale, nella consapevolezza che l’avversario stava dall’altra parte. Era l’occasione per soffiare un seggio alla destra. E il risultato dei Comuni a Est è interessante. Qui sul tema di Pedemontana la Lega ha mollato, mentre il Pd e le associazioni si stanno muovendo in modo diverso. Un tema che abbiamo consegnato a Cappato e che ha contribuito al risultato del voto in quelle zone". Per il Pd la parola d’ordine è ripartire da qui.