Monza – Fino a giugno era un tranquillo collegio elettorale di provincia. Il collegio U06, ritagliato sui confini della provincia di Monza e Brianza: 55 municipi, più di seicentomila elettori per mandare a Roma un senatore. L’ultimo, eletto il 25 settembre scorso, è stato Silvio Berlusconi, che in Brianza, a Villa San Martino, aveva il suo quartier generale.
Con la sua morte i brianzoli sono chiamati di nuovo alle urne: il 22 e 23 ottobre dovranno scegliere chi andrà a Palazzo Madama ad occupare un seggio dall’alto significato simbolico, ma soprattutto libero, che ha acceso tutti riflettori della politica sul territorio. Se l’investitura del centrodestra è caduta sull’ad del Calcio Monza e amico di una vita Adriano Galliani, un altro monzese come Marco Cappato è sceso in campo con l’obiettivo di unire tutte le opposizioni per quella che ritiene una emergenza della democrazia e dei diritti civili. E un terzo concorrente arriva dal Partito comunista italiano: è Domenico Di Modugno, detto Mimmo, 67 anni, nato a Nova Milanese.
Cateno De Luca
Ora la sfida parte da Taormina. Dopo diversi annunci, ieri Cateno De Luca ha sciolto gli indugi: il leader di Sud chiama Nord e sindaco siciliano è ufficialmente candidato a Monza. Mercoledì sarà in città per una conferenza stampa di presentazione. "Una decisione che nasce dalla convinzione che la competenza possa superare qualsiasi confine geografico soprattutto quando siamo di fronte ad un conclamato modello di buona amministrazione – dice De Luca –. Ho amministrato ben cinque enti territoriali con grandi risultati ed ho passato il testimone a giovani appositamente formati al mio fianco per continuare il lavoro. Ho dimostrato che è possibile affrontare sfide complesse e correggere gli errori commessi dai miei predecessori risanando amministrazioni pubbliche che erano in dissesto e senza prospettiva".
In quest’ottica "il collegio Monza Brianza per me rappresenta una grande occasione per entrare in Parlamento e mettere a disposizione anche di un territorio così importante la mia competenza. Mio padre proprio a Monza appena diciottenne è stato accolto nel 1958 da emigrato e per due anni ha fatto il muratore per sfamare la famiglia lasciata a Fiumedinisi. Oggi sulle sue orme voglio provare il medesimo percorso per ringraziare una comunità che ci ha consentito di andare avanti".
Marco Cappato
Una sfida difficile anche quella di Marco Cappato, alle spalle l’associazione Luca Coscioni ma nessuna sigla di partito. La sua ambizione è quella di unire tutte le opposizioni. "Mi sono candidato perché ritengo che questi siano tempi in cui le battaglie che porto avanti siano a rischio: non solo quelle sulle libertà civili, ma anche sull’emergenza climatica e in generale sulla democrazia e la partecipazione. Con questa destra rischiano di essere tempi duri", dice Cappato. Che precisa: "Continuerò fuori dal Parlamento, ma è importante rafforzarle anche dentro. E sono temi che significano molto anche sul territorio".
Una battaglia difficile sulla carta: si parte dal dato di settembre, quando Berlusconi vinse con oltre il 50 per cento. "In queste elezioni non ci sono liste di partito, ma si confrontano le storie delle persone. Nelle ultime elezioni i partiti di opposizione divisi sono andati molto lontani dal contendere la vittoria alla destra. L’unica possibilità che abbiamo per non consegnare il collegio per via ereditaria da Berlusconi a Galliani è quella di unire le opposizioni".
Calenda e Bonelli hanno già detto sì: "Una prima dimostrazione di trasversalità della mia candidatura – conclude Cappato –. Ci sono stati contatti con tutti i partiti dell’opposizione e ho offerto la mia disponibilità a confrontarmi su tutto. Renzi deciderà a settembre. Nessuna delle opposizione può arrivare da sola. L’unica speranza è unire tutti e andare oltre i partiti".